Martedì scorso è andata in onda l'ultima puntata della prima serie di Brooklyn nine-nine e domenica sono riuscito a vedere questo delirio di simpatica follia. In ventidue puntate, la serie di Dan Goor e Michael Schur è stata capace di creare un micro universo di personaggi e situazioni in grado di strappare grosse e grasse risate a chiunque ci si avvicini. Non per niente, dalla sua messa in onda, la serie è stata candidata a diversi premi ed ha vinto, il 12 gennaio, il golden globe come miglior commedia e ha permesso ad Andy Samberg di vincere il premio come miglior attore in una commedia. Signore e signori, Scrubs ha finalmente trovato il suo successore!
Tutto inizia da una trama semplice: il distretto 99 di Brooklyn ha appena accolto il suo nuovo capitano, Ray Holt, estremamente serio e rispettoso delle regole. La cosa non va giù a Jake Peralta, miglior investigatore del distretto e scanzonato burlone, affezionato com'era al vecchio capitano che gli permetteva di fare qualsiasi cosa. L'anima del distretto 99 è composta, oltre che da Jake, dalla oltre modo competitiva e perfezionista Emy Santiago, dal goffo amante del cibo Charlez Boyle, dalla dura e violenta Rosa Diaz, dall'iperprotettivo e iperattivo Terry Jeffords e dall'impiegata folle, narcisista e decisamente sopra le righe Gina Linetti. Questa enorme famiglia dovrà vedersela con casi più o meno difficili e dovrà barcamenarsi in strane e ambigue relazioni interpersonali, il tutto sempre con quel pizzico di pazzia fanciullesca e flash(back) senza apparente senso che riusciranno sempre nell'intento di farci ridere e mai sorridere.
Sicuramente, guardando ai personaggi, non ce n'è nessuno con un pizzico di normalità, cosa che mostra sin dall'inizio quanto la serie voglia prendersi sul serio. In realtà, ci troviamo di fronte a situazioni, legate ai casi e alle indagini, gestite in maniera reale e professionale. I toni cambiano completamente quando si tratta di maneggiare scene importanti o momenti cruciali e l'immaturità viene abbandonata a favore di giusti e controllati comportamenti che rendono ancora più forte l'attaccamento per questo show televisivo e per i suoi personaggi. Oltre le figure elencate, vediamo anche una manciata di personaggi satelliti che ruotano attorno alle vicende principali e che fanno sentire la loro presenza con parti più o meno importanti. Nulla che possa spostare la luce dei riflettori dai protagonisti delle vicende, ma quello che basta per non far pensare che siano solo personaggi da sfondo, al pari di una pianta o una sedia.
Tra i temi che la serie tratta, oltre i casi investigativi e le rivalità tra colleghi, c'è anche quello dell'omosessualità e delle discriminazioni legate ad essa, anche se viene presentato come un problema quasi del tutto superato e soprattutto legato ai ricordi degli anni passati. Molto importante il totale disinteresse dei personaggi per l'orientamento sessuale, come per il colore della pelle o la religione, di ognuno di loro: queste diversità vengono trattate non vedendole come un problema o una cosa da affrontare o "correggere", cosa che mi ha fatto davvero tanto piacere e che sarebbe da prendere come esempio. Come ogni serie, ci troveremo anche a parlare d'amore... o forse non proprio? Durante la stagione, ci vengono proposte diverse relazioni in diverse salse, ma la parola amore è quasi sempre inappropriata rispetto ad attrazione o affetto. Se vi piace fantasticare su possibili coppie all'interno del distretto, avrete la vostra dose di indizi e colpi di scena.
Giudizio finale? La serie è assolutamente da guardare! Le puntante non sono mai scontate e ci portano sempre nuove informazioni sui nostri personaggi preferiti. Simpatica, intrigante e dannatamente sopra le righe,
Brooklyn Nine - Nine è pronta a farvi ridere senza controllo pur mantenendosi attaccata alla realtà. Con l'ultima puntata sono state gettate solide basi per una
seconda stagione che, per mia fortuna (e anche vostra), è già stata confermata.
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