Romanticismo sotto la pioggia - Il giardino delle parole

Andando al cinema per vedere The Lego Movie, ci è saltato all'occhio il manifesto della nuova rassegna cinematografica della Nexo Digital: tra Ghost in the Shell e Space Battleship Yamato, risaltava per qualità grafica Il giardino delle parole (Kotonoha no Niwa), un film d'animazione del 2013 di Makoto Shinkai. Spinti dalla curiosità, abbiamo (io e la mia fanciulla con la sindrome di Peter Pan) deciso di anticipare il termine del 21 maggio dell'uscita al cinema e di vedere questo film in lingua. Una perla come poche.

Il giardino delle parole poster cover




“Il debole suono del tuono, i cieli annuvolati 
forse verrà la pioggia? 
Aspetteresti con me? 
Il debole suono del tuono, anche se la pioggia non cade 
io rimarrò qui, insieme a te”.
Il giardino delle parole Takao Yukino
Queste sono forse tra le prime parole che sentirete pronunciare in questo mediometraggio (esiste come parola? insomma, un lungometraggio da meno di un'ora) animato, lasciando intendere la dolcezza degli avvenimenti narrati. La storia ci mostra Takao, studente quindicenne, saltare la scuola in un giorno di pioggia per andare a disegnare al parco nazionale Shinjuku Gyoen. Raggiunto un gazebo per ripararsi dall temporale, il ragazzo incontra una giovane donna, chiaramente più grande di lui, intenta a mangiare cioccolata e a bere birra. I due si ignorano educatamente, ma continuano ad incontrarsi in ogni giorno di maltempo, fino ad aprirsi l'uno con l'altra e a sperare nella pioggia per potersi rivedere. La base del film è, quindi, questo continuo abitudinario avvicinarsi tra estranei che porta alla nascita di sentimenti tra di essi. Una sorta di favola moderna, mantenuta pura e calda dall'età del protagonista e dai toni della narrazione.

Il giardino delle parole pioggia e luce
Ma la poesia di questa opera non sta tutta nella storia, ma si manifesta prepotentemente nelle animazioni, nelle meravigliose scene e inquadrature e nella spettacolarità dei comuni dettagli. Per quanto si possa pensare che, al giorno d'oggi, il futuro dell'animazione sia nella computer grafica, film come Il giardino delle parole sono in grado di mostrarti un livello talmente alto di animazioni da fare sognare ad occhi aperti chiunque. Intendiamoci, non siamo di certo di fronte ad un film totalmente animato a mano, cosa che caparbiamente fa lo Studio Ghibli, ma non abbiamo nemmeno a che fare con un film fastidiosamente inquinato da animazioni in computer grafica né basato solo su esse. Lo splendore e la chiarezza di ogni scena, come il suo romanticismo e la sua singolarità stanno portando Makoto Shinkai ad essere indicato come il degno successore di Hayao Miyazaki.

Il giardino delle parole parco acqua
Anche le musiche fanno la loro parte: la colonna sonora calza particolarmente con lo stile e i ritmi delle animazioni e anche essa rimanda ai fantastici mondi dello Studio Ghibli. Sicuramente un bel esempio di musica in un campo quale l'animazione, dove è facile partorire pessime idee nel nome di motivetti orecchiabili. Inoltre, le tracce musicali ben sottolineano, oltre che il tema della favola portato avanti dal film, anche l'idea della pioggia stessa fondendosi con lo sfondo delle vicende e permettendo agli occhi di ascoltare.

Per concludere, non so come sarà il doppiaggio italiano, ma vi consiglio di approfittare dell'iniziativa della Nexo Digital e di andare a vedere questo film al cinema (21 maggio 2014). Tutto, dalla narrazione alla regia, dalle musiche alla sua ottimale durata, vi farà credere di aver scovato una splendida perla e vi ritroverete, assieme a Takao, a pregare per un po' di pioggia.

Nessun commento: