Ieri mi è stato proposto questo film d'animazione ed ho accettato di vederlo molto volentieri. Una cosa, però, mi ha lasciato perplesso: il titolo. Ci sono due traduzioni italiane, nessuna ufficiale essendo il film inedito nel nostro paesucolo, ed ho deciso di metterle entrambe nel titolo per facilitare la ricerca di informazioni. Questo perché, almeno io, ho avuto difficoltà a trovare anche solo la pagina wiki senza usare il titolo in lingua. Chiusa questa piccola storiella che spiega il titolo del post, vediamo di cosa tratta La principessa e il pilota (Toaru hikūshi e no tsuioku, letteralmente I ricordi per un certo pilota) e spieghiamo il perché del doppio titolo.
Togliamoci subito questo sassolino dalla scarpa: Toaru hikūshi e no tsuioku è un film d'animazione giapponese del 2011, basato sull'omonima light novel di Kokoru Inumura, che non è stato ancora localizzato in Italia, almeno ad oggi. Il suo titolo può essere tradotto letteralmente come I ricordi per un certo pilota ma i fansubber nostrani che hanno preso l'iniziativa di sottotitolarlo, come spesso accade, si sono rifatti ai sottotitoli inglesi, per cui il film si chiama The princess and the pilot, La principessa e il pilota. Ok, forse sono l'unico ad essersi dannato per capire il motivo di due titoli così distanti l'uno dall'altro, ma ora ve l'ho raccontato e voi mi siete stati a sentire quindi non indugiamo oltre.
La storia, ambientata in un mondo alternativo tecnologicamente e storicamente simile all'Europa degli anni '40, vede due paesi in guerra divisi da un enorme oceano, l'Oceano Centrale, e dalle Grandi Cascate. L'isola di San Matilda, più vicina alle isole di Atsukami che al continente di Levamme, decide di allearsi con quest'ultimo e sigilla la richiesta di protezione promettendo la principessa Fana del Moral in sposa al reggente. Scoperto l'accordo, l'impero di Atsukami manda una manciata di aerei ad uccidere i del Moral, ma l'attacco si conclude con la morte del signore dell'isola e con la distruzione della loro reggia. Per garantire la sicurezza della principessa e per migliorare il morale delle truppe, viene deciso il mediato trasferimento della signorina Fara alla capitale e viene chiesto al mercenario Charles Karino (di nome e di fatto) di portare a termine alla pericolosa missione. Charles è, infatti, il miglior pilota a disposizione di San Matilda ma è anche un bastardo, mezzosangue Levamme e Atsukami. Le sue origini fanno di lui un emarginato, uno scarto della società, motivo per cui non potrà prendersi i meriti dell'impresa, ma dovrà cederli alla flotta di Levamme.
Già il fatto di aver dovuto spendere così tante parole solo per fare un quadro chiaro e generale della trama dimostra quanto sia ben studiato e realistico il mondo di Toaru hikūshi e no tsuioku: sullo sfondo abbiamo una guerra, che non sappiamo come sia iniziata, tra due nazioni, di cui non sappiamo praticamente nulla. Possiamo solo supporre che siano le uniche nazioni al mondo, avvalorando la tesi con il nome dell'oceano che le divide,ma non ne possiamo avere la certezza. Inoltre, non ci viene imposto in nessun modo di credere che una fazione sia nel giusto rispetto all'altra e questa è una cosa che ho apprezzato molto. Oltre alla guerra, ci vien fin da subito mostrata la povertà dei ceti minori, una forte distinzione tra classi e un razzismo verso i bastardi ancora più forte. Tutti questi elementi e la caratterizzazione dei protagonisti portano ad avere un palcoscenico fortemente credibile e realistico, un mondo dove la politica e il buon costume sono più importanti della vita e della morte delle persone comuni.
A rafforzare l'idea del realismo c'è l'intero sviluppo della storia e l'evoluzione dei rapporti che Charles e Fana: i due mantengono un freddo rispetto tra di loro fino a quando le esigenze e la guerra non gli obbliga a raggiungere un rapporto diverso, più stretto. Ho evitato di definire il film come sentimentale perché non credo ci sia in ballo una storia d'amore. Sicuramente si parla di affetto e sicuramente si parla di libertà, di legami, di obblighi e di limiti, ma non vedo necessariamente in tutto questo una storia d'amore. Oltre alla caratterizzazione psicologica dei personaggi, posso dire di aver apprezzato anche quella fisica: nessun particolare eccessivo, nulla di fuori posto. Anche gli abiti e i mezzi sono ben studiati e paiono tanto piacevoli agli occhi quanto plausibili e reali. Ottime anche le animazioni e il doppiaggio (ovviamente quello giapponese, quello italiano non esiste) ma poco credibili i combattimenti in aereo e fastidioso il continuo saluto alla visiera fatto senza un copricapo (questo però è un errore comune... oppure possiamo ipotizzare che nel mondo de
I ricordi per un certo pilota si faccia solo se non si ha un copricapo... sto viaggiando troppo).
In definitiva, La principessa e il pilota è un film piacevole e in grado di appassionare, con una trama semplice da seguire ma ben studiata e orchestrata. Il finale è perfettamente in linea con gli avvenimenti narrati e conferisce una maggiore serietà al lungometraggio. Uniche note stonate, almeno per me, sono lo svolgimento dell'ultimo combattimento, un po' troppo rispettoso, e il finale del tipo "tratto da una storia vera", un po' troppo serioso e fuori luogo. Per nulla pesante e noioso, è sicuramente un film adatto a tutti.
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