È vero, la terza stagione di Brooklyn Nine-Nine è già finita da un po', ma ho voluto prendermi del tempo per rivedere le prime puntate prima di scrivere questo post. Quando si inizia a provare qualcosa per una serie tv è sempre meglio fare un bel respiro e prendere le distanze per cercare di essere il più possibili obiettivi eppure, vi dirò, continuo a considerarla una delle comedy più belle e divertenti che mi sia trovato a guardare negli ultimi anni. Non posso farci niente, mi fa divertire troppo.
Avevamo lasciato il distretto con la "promozione" del capitano Holt alle pubbliche relazioni, seguito a ruota da Gina, mentre Peralta e Santiago avevano condiviso un primo bacio e la nuova stagione riparte timidamente da qui. Dover fare i conti con un nuovo, sconosciuto capitano ci riporta indietro ai tempi della prima stagione, ma questa volta non sarà tutto rosa e fiori e le figure che si avvicenderanno saranno semplicemente i peggiori a cui si possa pensare e daranno il via a situazioni più o meno divertenti (soprattutto la puntata con Bill Hader, una volta rivista e superata l'ostilità per la mancanza di Holt), mente seguire le vicende di Holt e Gina in parallelo a quelle del distretto si stava rivelando una buona opportunità per sperimentare seppur in una situazione dall'aria, a mio avviso, un tantino troppo seria. Ovviamente, il tutto si riporta alla normalità per poter proseguire con la solita formula e resta solo la relazione tra Jake e Amy da portare avanti.
Per quanto fosse molto facile sbagliare o proporre qualcosa di già visto, la situazione amorosa tra i due detective è stata maneggiata piuttosto bene ed è stata usata come scusa per nuove divertenti situazioni senza renderla eccessivamente centrale e mantenendo l'attenzione su tutti i personaggi del distretto. Tra un caso risolto e una situazione assurda, però, si stava facilmente andando incontro al solito problema delle commedie: proporre le solite situazioni con i soliti risvolti, senza che nulla cambi effettivamente. Il problema è serio, in quanto porta le serie ad invecchiare rapidamente e le rende stantie e, per il momento, è stato risolto con l'introduzione di un nuovo personaggio: il detective Pimento. Questa nuova figura, folle e abbastanza diverse dalle altre già presenti, non solo ha permesso di rinfrescare la situazione del distretto, comunque ancora divertente, ma ha dato il via a quella che è la seconda parte della stagione con la sua trama da seguire.
Senza fare spoiler oltraggiosi, con il susseguirsi delle puntate si arriva alla solita bomba di fine stagione, ormai la terza per questa serie, e si propone una situazione estrema da cui non si sa bene come si potrebbe tornare alla "normalità". Ecco, mi auguro decidano di giocare un po' con un simile finale di stagione e con la situazione che introduce anziché chiudere tutto velocemente, come era avvenuto con il finale della prima e l'inizio della seconda. La prima parte di questa terza stagione è stato un buon banco di prova, anche se le parti riguardanti Holt e Gina non mi hanno fatto impazzire, e mi auguro che si porti avanti questo tipo di scelte, magari rendendo le conseguenze per i personaggi un tantino più reali e permettendo la crescita di alcuni dei protagonisti.
Brooklyn Nine-Nine continua a divertirmi molto, con la sua follia reale e la sua comicità assurda ma non (eccessivamente) stupida, e non mi dispiace che una serie del genere stia iniziando a dare più spazio alla storia. Per quanto una commedia debba far ridere, sono ben accetti momenti seri e significativi così come è apprezzata la presenza di una strada che guidi lo svolgersi delle puntate e l'evolversi delle relazioni. Attendo impazientemente la prossima stagione, augurandomi un successivo passo avanti e la stessa capacità di far ridere senza controllo.
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