Un personale diario di viaggio - Kobane Calling

Ancora una volta ho avuto il piacere di assistere ad una presentazione con Zerocalcare, questa volta a La Feltrinelli di Bari per Kobane Calling, edito da Bao Publishing. Poco da dire sull'affetto dei suoi fan, pronti a sostenere una giornata di fila solo per un "disegnetto" con autografo e due parole scambiate nell'imbarazzo, e sulla disponibilità dell'autore, che probabilmente dovrebbe iniziare a rifiutare richieste eccessive per il bene del suo e del nostro tempo (come "mi disegni un kraken che stritola me e il mio ragazzo mentre avanza verso le spiagge di Rimini con la gente in costume che scappa e che urla?"), quindi passiamo a vedere questo suo nuovo graphic novel.

Kobane Calling Zerocalcare Poster Cover




Kobane Calling Zerocalcare Guerrigliera
Il tutto è partito dalla prima pubblicazione su l'Internazionale, intitolata Kobane Calling, nell'ambito del progetto Rojava Calling, con l'obbiettivo di documentare la situazione e aiutare le persone che si stanno opponendo all'avanzata dell ISIS mentre vengono contrastate dalla Turchia e ignorate dagli stati occidentali. A questo primo esperimento, spinto dalla vicinanza personale al tema della lotta e dela resistenza e dalla voglia di raccontare una situazione complessa con un po' più di cura e attenzione di quanto venga fatto dai media mainstream, ne è seguito un'altro, sempre per l'Internazionale, e, infine, il suo ultimo racconto di viaggio tra il popolo curdo che ha dato vita al volume pubblicato dalla Bao. Tutti e tre i racconti sono ben lontani dal voler essere un esempio di giornalismo oggettivo o reportage di guerra, bensì sono le esperienze, il punto di vista e le emozioni personalissime dell'autore, sensibile da sempre a temi del genere.

Kobane Calling Zerocalcare Motivazioni
Kobane Calling è proprio questo: una narrazione personale e accorata di quello che Michele ha vissuto nei suoi viaggi in Rojava e di come questa esperienza si sia rapportata alla sua vita quotidiana a Rebibbia. Al lettore arriva, quindi, un racconto di qualcosa di quasi totalmente sconosciuto, spesso deformato dalla lente dei telegiornali, in rapporto ad una realtà italiana estremamente particolareggiata che, forse con qualche difficoltà, si può associare alla propria realtà locale trasformando il "Mammut di Rebibbia" nel nostro simbolo di comunità locale. Una cosa è certa: questo graphic novel è 100% Zerocalcare e il suo lettore abituale avrà sicuramente una maggiore immediatezza nel carpire i messaggi e i paragoni mentre ritroverà il suo solito modo di fare e di raccontare. Le tematiche serie e l'importanza degli argomenti hanno chiaramente imposto un minor uso di comicità che, per fortuna, è stata ben dosata ed è stata asservita alla chiarificazione di determinati punti. Se è vero che questo è un fumetto serio, è anche vero che Zerocalcare è pur sempre un fumettista schietto, diretto e poco interessato a parafrasare e quando sente il bisogno di puntualizzare, lo fa a modo suo.

Kobane Calling Zerocalcare N.I 65 anni
Oltre al punto di vista personale, Zero aggiunge delle testimonianze delle persone da lui incontrate durante il viaggio, differenziandole dal suo racconto con delle pagine con sfondo nero ad indicare maggior serietà per parole a cui non vorremmo credere. Ci sono, quindi, degli elementi "giornalistici", oggettivi se vogliamo, raccolti tramite testimonianze, interviste e incontri con chi vive la guerra e l'esilio ogni giorno, ma sono un contorno, un corollario, ad un fumetto che non vuole assolutamente essere considerato un reportage di guerra. Inutile dire che, sotto ogni punto di vista, Kobane Calling rappresenta il punto di massima maturità artistica dell'autore, con comicità e serietà opportunamente dosate, con una narrazione divisa per mini-capitoli eppure continua e corale, con una maggiore consapevolezza del proprio tratto, maturata dall'esperienza con i lavori precedenti, e con la capacità di far interessare all'argomento anche persone del tipo "amico cinghiale". Probabilmente uno dei maggiori punti di forza è proprio la capacità di passare il messaggio ai lettori e spingerli ad approfondire la situazione partendo da una base, seppur parziale, quantomeno esposta in maniera chiara ed elementare e strappando più di una risata nel mentre, come farebbe un amico stretto durante una normale discussione.

In definitiva, Kobane Calling è un punto di vista estremamente personale, a volte forse troppo, di una situazione geopolitica seria e importante. Sarà per i temi trattati o per la sua voglia di far cambiare le cose tramite i suoi mezzi, ma per me questa è l'opera più riuscita del fumettista romano. Assolutamente da leggere, da diffondere, da apprezzare e da usare come trampolino di lancio per informarsi. Io la farei leggere nelle nostre scuole.

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