Graditissimo regalo di compleanno, ho dovuto dare precedenza ad altri impegni prima di potermici buttare anima e corpo ma, appena ho potuto, ho iniziato Margherita Dolcevita di Stefano Benni e non sono stato in grado di staccarmi dalle sue pagine. Ora che l'ho finito, mi sento come se un amico molto stretto fosse partito: triste e solo.
Margherita è una ragazzina sveglia e acuta, compositrice di poesie brutte e scrittrice di inizi di romanzi inesistenti, figlia di mezzo di una folle famiglia come tante altre, composta da Fausto, padre in pensione con la passione per le cose vecchie e rovinate e con la voglia di farle tornare a funzionare, Emma, mamma casalinga che mette l'amore per la sua famiglia in ogni pasto che cucina, Giacinto il fratello maggiore, un po' sboccato e poco sveglio, ultras della National e amante del calcio e del pallone, Eraclito il piccolo genietto della famiglia, videogiocatore, scienziato e inventore, Socrate il nonno de "ai miei tempi era tutto più bello", con la paura e la certezza di venire avvelenato e la voglia di prepararsi al peggio e, infine, Pisolo il piccolo bastardino, adorabile e problematico come tutti i cani amati dalla propria famiglia. La loro vita è semplice e mediamente felice nella periferia quasi campagna, lontani dalla città quanto basta per non soffrirla, e trascorre tranquilla fino all'arrivo dei nuovi vicini, i Del Bene, e del loro stile di vita da esportare al pari della democrazia: da gesti comuni per un semplice rapporto di buon vicinato, la famiglia di Margherita inizia a cadere vittima del plastico fascino dei Del Bene che, tra favori e regali, riescono a farsi strada nei cuori di tutti tranne che della piccola.
La cosa incredibile di questo romanzo è la sua capacità di evolversi e mutarsi durante la lettura, passando senza lasciarsi scoprire da un dolce slice of life ad un thriller al limite tra la realtà e la follia. Quando Margherita narra la storia, immaginando di raccontarla alla sua figlia-rana abitante del mondo sommerso, o quando ci spiega che il suo cuore ogni tanto perde un colpo non può che farci tenerezza e farci pensare che questa sarà una storia dolce o al massimo dolce/amara, magari con una piccola parentesi amorosa e un cattivo forse immaginario... beh, sì, è tutto questo, ma anche molto di più, molto più serio, e raggiunta la fine non sapremo come siamo arrivati a tanto da quello che era, ormai una vita fa, il primo capitolo. Margherita Dolcevita è una forte e feroce critica ad un mondo basato sui desideri ingiustificati, sulla fame del tutto, sulla voglia di apparire e di essere accettati e conosciuti senza, in realtà, essere, è un romanzo che dimostra, attraverso i suoi personaggi vivi e reali, la bellezza di quella che è indicata, con disprezzo, come vita normale. Il tutto viene fatto vivere al lettore con la costante presenza della famiglia Del Bene, con le loro manie e con la loro necessità di controllo, e con la continua analisi di quello che sta cambiando da parte di Margherita, forse ultima della famiglia a non essere cambiata.
Lo stile di Stefano Benni è semplicemente ipnotico, irresistibile e accattivante, in grado di scorrere dolcemente per capitoli e capitoli e di spingere a continuare a leggere, spinti dalla fame di saperne sempre di più, e Margherita Dolcevita è uno splendido esempio di quali siano le capacità dello scrittore. Non esiste un passaggio che non ci aiuti a capire meglio i nostri personaggi come non c'è passaggio che non ci lasci qualcosa, il tutto narrato nel dolce e folle modo di Margherita, vissuto attraverso i suoi occhi eppure assimilato come se fosse successo a noi stessi.
Sinceramente è il primo romanzo di Stefano Benni che leggo, convintomi dopo aver amato i racconti di Bar Sport, e ne sono davvero rimasto stregato. Margherita Dolcevita è qualcosa di davvero splendido, come qualcosa che ci rendeva felici e che avevamo dimenticato da tempo. Non posso che consigliarne la lettura a tutti, assolutamente.
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