Questo settembre siamo tornati alla fine del mondo conosciuto con la seconda stagione di The Last Man On Earth e, tra due pause più o meno lunghe, le sue diciotto puntate si sono trascinate fino a maggio inoltrato senza però intrattenere chissà quanto. Sarà colpa della forte discontinuità di cui ha sofferto o della comicità spicciola ma nemmeno l'arrivo di nuovi personaggi è riuscito a mantenere fresca una serie che vuole puzzare di stantio. Sì, lo so, The Last Man On Earth è stato già rinnovato per una terza stagione, ma io me ne tiro assolutamente fuori.
Per quanto la scorsa stagione si fosse conclusa con la clamorosa rivelazione dell'esistenza di Mike, fratello di Phil, in vita nello spazio, la prima puntata di questa seconda stagione riparte con i piedi per terra e, più precisamente, riparte da Phil e Carol alla ricerca di una nuova casa. Sapere dell'esistenza di un gruppo di sopravvissuti e ostinarsi a vivere soli è chiaramente una follia e ci vuole poco perché i protagonisti si decidano a fare marcia indietro e cercare di farsi riaccettare dal gruppo ma, attenzione, da qui iniziano i guai. Il primo episodio è stato quasi come un faro di speranza nella struttura e nella comicità che la prima stagione aveva portato su schermo, con momenti sofferti e momenti pragmatici, con riflessioni, disagi e scontri dovuti alla convivenza, eppure la luce di questo faro tende presto ad affievolirsi fino a spegnersi. Sin dal loro ritorno in comunità, assistiamo a comportamenti folli e infantili dei protagonisti (come se Carol fosse stata infettata dal modo di fare di Phil) e al difficile ma necessario percorso di redenzione che Phil, tornato ad essere Tandy, deve affrontare per rientrare nelle grazie del gruppo. Il fatto che l'egoismo non l'abbia portato da nessuna parte è il punto chiave della trasformazione di Tandy che, però, avviene quasi istantaneamente tra la fine della prima stagione e l'inizio della seconda, lasciando giustamente i sopravvissuti sospettosi e increduli per via di una crescita mai mostrata.
Ora, in parallelo a quelle che sono puntate più o meno riuscite, con una maggiore attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, abbiamo quello che avrei voluto vedere sin dall'inizio della prima stagione: il dramma di essere l'ultimo uomo rimasto in vita espresso in chiave tragicomica tramite Mike, solo nello spazio se non per la presenza di enormi vermi usati per esperimenti. Devo dire che, a parte alcune strane uscite di Carol e la banalità di alcuni risvolti, queste prime puntate mi hanno fatto credere davvero di avere a che fare con una serie un po' più matura seppur ugualmente stupida nella sua comicità spicciola, ma ecco che il faro/speranza si spegne totalmente al momento dell'arrivo di Mike. Innanzi tutto, la situazione viene forzata portando Phil a mostrare un'improvvisa sofferta mancanza di una figura fraterna che, senza che si sia mai realmente mostrato, sembra avesse colmato con il secondo Phil, poi ecco che arriva il caro vecchio Mike, quando ormai siamo oltre la metà della stagione, e la reazione di Phil è talmente inaspettata da avere (letteralmente) l'impatto di un pugno tra le gambe e, per finire, eccoci nuovamente alla situazione di Phil vs Phil, come se si fosse tornati all'arrivo di Phil Miller (il figo) sul finire della prima stagione. Si rispolverano scherzi stupidi, ostinazione bambinesca e comportamenti talmente idioti da porsi al pari di un qualsiasi cinepanettone di Boldi/De Sica, il tutto mentre il resto del gruppo cerca di adattarsi a quella che è la vita alla fine del mondo, rompendo quelle che erano le convenzioni sociali in nome della serenità collettiva, sempre gestendo delle risorse apparentemente infinite.
Tra puntate sotto tono, puntate incredibilmente stupide e puntate in cui ci si ricorda che un po' di realismo non fa male, anche se viene chiamato in causa solo per spingere le situazioni a svilupparsi in una certa maniera, la serie si trascina verso un finale lontano anni luce da quello di una sitcom infantile, contornato da scherzi sulle scoregge e anulari alzati al posto di dita medie (estremamente in tema con una sitcom infantile, putroppo). Tralasciando il fatto che la serie, da questo punto in poi, potrebbe trasformarsi in The Walking Dead in versione comico/demenziale, il resto della serie ha dei buoni momenti e una marea di pessime decisioni e comicità piatta. Per quanto l'inizio della stagione promettesse bene, si è preferito ricadere nelle solite sciocchezze anziché esaltare il lato umano e curare la parte comica e, visto l'andazzo, non ho alcuna intenzione di continuare a seguire The Last Man On Earth.
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