Spin-off di Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine

Con l'avvicinarsi della messa in onda della nuova serie dedicata a Lupin III, ambientata in Italia e prima tv mondiale su reti Mediaset (tra i produttori del progetto), ho pensato fosse una buona idea riguardare lo spin-off, di ormai tre anni fa, che ha permesso il ritorno in grande stile del nostro amato ladro e che ha permesso la produzione di un nuovo film sul franchise.

Il post di oggi parlerà di La donna chiamata Fujiko Mine, o per gli amanti dell'originale 峰不二子という女 - Mine Fujiko to iu onna, serie non proprio dedicata alla ladra truffatrice, ma più che altro un'indagine sul suo passato e una storia sul suo incontro con quelli che diventeranno i membri della banda di Lupin III.

La donna chiamata Fujiko Mine poster cover




La donna chiamata Fujiko Mine tramonto
Questo nuovo progetto seriale su Lupin III vede la luce delle televisioni nipponiche nel 2012, a ventisette anni di distanza dalla serie con la giacca rosa, e i progressi fatti nel campo delle animazioni si vedono tutti.

Oltre alla qualità (giustamente) superiore del comparto visivo, questo spin-off prende le distanze dalle serie precedenti con scelte coraggiose a livello di design, trama, musiche e censura: sin dalla sigla d'apertura, disturbante ed inquietante, si nota una scelta di non nascondere più le scene di nudo dietro tagli particolari (e no, non mi riferisco alla censura italiana, ma alle scelte di regia originali) e ci si presenta una Fujiko molto diversa da quella, seppur cangiante, a cui siamo abituati.

Tutti i personaggi della serie sono stati rimaneggiati a livello di aspetto e il risultato è stato una somiglianza molto vicina ai lavori di Monkey Punch originali che agli adattamenti d'animazione.

La donna chiamata Fujiko Mine Lupin
La volontà di riferirsi al manga la si ritrova anche nella regia delle scene e nella scelta di alcuni effetti adottati: credo che l'esempio più lampante sia il tratto a matita usato per ricreare le ombre, vero e proprio tratto distintivo di questa serie.

Le puntate tendono a ricreare un'atmosfera cupa, arrivando a picchi psichedelici e disturbanti verso la fine, mantenendo lo stile degli anni in cui è ambientata (sembrerebbe a cavallo tra gli anni '60 e '70) mentre, per la prima volta, una trama di fondo viene portata avanti attraverso i tredici episodi di cui è composta la serie, quasi tutti autoconclusivi ma legati tra di loro dalle ripercussioni degli eventi sui personaggi.

Possiamo quindi parlare di una trama in una serie di Lupin III! Senza fare spoiler, la storia di fondo è più o meno questa: Mine Fujiko è un'abile ladra che usa violenza e seduzione per raggiungere i suoi obbiettivi. Durante i suoi furti incontrerà Lupin III e Jigen Daisuke, non esattamente per puro caso, che sbloccheranno in lei dei ricordi sopiti da tempo. Oltre ai due ladri, farà la conoscenza di Kōichi Zenigata, che cercherà di usarla nella sua caccia a Lupin, e Ishikawa Goemon XIII, che cercherà di prendersene cura nel migliore dei modi.

La donna chiamata Fujiko Mine Zenigata Oscar
Parlando appunto dei personaggi, sono tutti gestiti in maniera egregia e impeccabilmente coerenti a quello che dovrebbe essere il loro modo di fare... tutti tranne uno. Nello spin-off è stato completamente rimaneggiato l'ispettore Zenigata, cancellando da essi il ruolo di macchietta e presenza scomoda e trasformandolo in un vero e proprio ispettore scalciaculi, con spiccate doti investigative e con la capacità di comprendere al volo le situazioni in cui si viene a trovare.

Sinceramente, non potrei essere più soddisfatto di come sia stato caratterizzato Zazà, finalmente trattato con dignità e parte integrante della storia. Oltre ai soliti volti noti, viene aggiunto il tenente Oscar, spalla di Zenigata nell'indagine, personaggio talmente attratto dall'ispettore da rischiare la sua carriera pur di seguirlo e compiacerlo.

Nota a parte per la colonna sonora, completamente rinnovata rispetto ai precedenti lavori seriali e mai così adatta ai temi trattati e alle atmosfere che si respirano: i pezzi firmati da Naruyoshi Kikuchi non fanno rimpiangere le ormai familiari note di Yūji Ōno e si muovono tra suonate di tromba in puro stile jazz e inquietanti pezzi orchestrali, non dimenticando un tema simil-nipponico per le scene d'azione di Goemon.

Potrei essere linciato per quello che sto per dire, ma credo che La donna chiamata Fujiko Mine sia la più bella serie di Lupin III mai prodotta fino ad ora o, quanto meno, sia a pari merito con la storica prima serie dalla giacca verde. Sono tentato di lasciare il podio alla nuova arrivata per via di personaggi ben caratterizzati e costanti con loro stessi (cosa che ancora non si aveva nella prima serie), per una colonna sonora che spacca di brutto e per via della presenza di una trama di fondo da seguire.

A suo sfavore c'è un sovrabbondante numero di scene di nudo, a volte ingiustificate ma difficilmente volgari, e un effetto di ombre originale ma stancante alla lunga. In ogni caso, una serie che ogni fan del franchise dovrebbe vedere e che consiglierei agli amanti dell'animazione in generale.

Leggi anche: Lupin III Serie 1 - Serie 2 - Serie 3 - Serie 4 - Serie 5Tutti i post

Ps: vi lascio il trailer rilasciato all'epoca della messa in onda giapponese!

Nessun commento: