Con l'uscita di Eternal Masters e l'incredibile quantità di carte ristampate come comuni, i giocatori del formato Pauper hanno avuto talmente tanto con cui lavorare per costruire nuovi mazzi che sembra quasi che l'espansione sia stata pensata per loro. A parte i discorsi filosofici per cui non credo che il Pauper possa essere considerato un formato Eternal (se la definizione è quella di un formato in cui possono essere giocate tutte le carte mai stampate), mi interessa la possibilità che il formato coglie nella gestione del metagame limitando le carte tramite la loro rarità e mi spaventa il modo selvaggio e slegato dal gioco cartaceo in cui lo fa.
Per chi segue il formato Pauper dalla sua nascita, avrà vissuto la guerra interna tra i giocatori riguardo l'uso o meno di carte legali in "MTGO Pauper" o "Real Pauper". Per chi non sa di cosa io stia parlando, ecco un veloce e riduttivo riassunto: siccome il Pauper è un formato nato e sanzionato su Magic Online, la lista di carte utilizzabili è limitata a quelle "stampate" come comuni sulla piattaforma della Wizards e non è assolutamente legata a quelle storicamente stampate su carta. I giocatori (non gli utenti di MTGO) si sono quindi inizialmente divisi tra chi credeva che Magic the Gathering è quello cartaceo, e non vedeva il motivo di non poter giocare carte stampate comuni, e chi sosteneva la "lista" di carte permesse su MTGO per la possibilità di giocare e testare anche sulla piattaforma. Sta di fatto che questa divisione sulle carte utilizzabili portava problemi nell'organizzare tornei e leghe ad un ampio livello, oltre che nel gioco amichevole, ed è stata presa la decisione di uniformarsi al pool di carte permesso su Magic Online. Un po' la stessa situazione che c'è con la Ban List del Commander Multiplayer, unico supportato dalla Wizards of the Coast, e del Duel Commander, formato ufficialmente inesistente, con la differenza che i francesi non hanno ceduto di un passo nelle loro posizioni.
Ed eccoci al primo nodo della questione: perché tra le carte stampate e le carte distribuite su MTGO dovrebbero prevalere queste ultime? MTGO non dovrebbe essere una piattaforma online dove poter giocare a Magic o deve diventare la fonte e l'espressione del gioco? Beh, mi aspetto un bel "col cavolo" per chi conosce la qualità del software della Wizards. Il problema del Pauper è di tipo implementativo e facilmente risolvibile in più di un modo per permettere, anche a chi gioca solo online, di avere a disposizione un più ampio pool di carte e di poter accedere all'intera storia di Magic, ma è un problema che non viene visto come tale e, di conseguenza, non viene affrontato lasciando che sia il gioco e il meta di MTGO a dettare legge sul gioco cartaceo. Credo che saremmo tutti d'accordo nell'affermare che se si crea un formato in cui si possono usare tutte le carte comuni mai stampate, dovrebbe esser possibile usare tutte le carte comuni mai stampate e non solo alcune comuni e delle non comuni sparse perché su MTGO sono state rilasciate come comuni set particolari.
Il secondo nodo della questione mi si è presentato durante gli spoiler di EMA, durante una discussione su Twitter (link). Allo spoiler di Hymn to Tourach come non comune mi sono chiesto perché non cogliere l'occasione e stamparla comune in modo da risolvere l'inconsistenza presente tra MTGO e il mondo reale e la risposta è stata, giustamente, che non è assolutamente una carta che si possa voler draftare con la consistenza di una comune. Non si può dare torto a nessuno in questo caso, far scartare due carte a caso non è l'effetto di una carta comune, ma Hymn to Tourach è una carta che, come molte altre, appartiene di diritto al Pauper e che non può essere giocata in questo formato, per quanto è una certezza il fatto che verrebbe bannata il giorno stesso del suo primo utilizzo. Quindi, cosa rende una carta comune? Sicuramente il suo livello di potenza ma anche il suo impatto nel meta in cui viene rilasciata. Il punto è che il metagame in questione non è quello globale o quello di un determinato formato, bensì quello del limited, testato e ritestato dai team di sviluppo. Con questo in mente, molte carte sarebbero potute essere comuni se rilasciate in un'espansione diversa così come molte carte comuni sarebbero state non comuni per lo stesso motivo (pensate a Rancore o a Strillo di Battaglia).
Come si può pensare, allora, di basare un formato su qualcosa di così mutevole? Si può, per me si può, anzi bisognerebbe cavalcare il continuo mutamento di rarità delle carte nelle varie ristampe. Per farla breve, non dovrebbe più essere valida la regola per cui "comune una volta, comune per sempre" ma si potrebbe prendere in considerazione la rarità di una carta nella sua ultima ristampa, sia reale che virtuale. Ciò non solo risolverebbe il problema dei due pool diversi di carte tra Real Pauper e MTGO Pauper ma trasformerebbe il Pauper nel primo formato a tenere in considerazione le revisioni di rarità e legarle al pool di carte giocabili. Sarebbe un passo storico nello sperimentare la risposta del gioco ad aggiustamenti di rarità dovuti alla forza delle carte, oltre che al loro impatto nel meta del limited, e sarebbe il primo passo per capire se un formato in cui la rarità limita il numero di carte giocabili (in cui sarebbe necessario aggiornare le limitazioni con le ultime rarità), auspicato dal sottoscritto come da molti altri giocatori, sia realmente fattibile oppure no.
A mio parere sarebbe molto interessante permettere ai giocatori Pauper di giocare le carte comuni solo se la loro ristampa più recente è ancora comune. È vero che complicherebbe abbastanza l'individuazione delle carte utilizzabili, ma non credo che lo renderebbe più complesso rispetto all'attuale situazione in cui, comunque, bisogna controllare la situazione di rarità si MTGO, e sicuramente renderebbe più semplice l'aggiornamento e il mantenimento della Ban List e renderebbe il meta più dinamico senza ricorrere necessariamente alla rotazione.
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