E siamo arrivati alla fine di questa quarta serie dedicata a Lupin III, prodotta ben trent'anni dopo la fine della precedente, e mi è davvero dispiaciuto assistere a questa opportunità sprecata. Dopo lo spin-off su Fujiko e il film derivante, le aspettative erano davvero alle stelle ma L'avventura italana ha deluso in maniera lenta e inevitabile. Diciamo che la serie non è proprio partita col piede giusto, visti i mesi di ritardo, quantomeno cerchiamo di salvare il salvabile.
Lupin III L'avventura italiana si distingue ad una prima occhiata per il colore della giacca del protagonista, questa volta blu, e per lo stile usato nel disegno dei personaggi, a metà strada tra quello usato per La tomba di Daisuke Jigen e la terza serie animata, e del loro abbigliamento, sobrio e dai colori non troppo accesi. Al gruppo dei soliti noti, trattati abbastanza bene e sicuramente meglio gestiti rispetto alle stagioni delle pernacchie, si aggiungono Rebecca Rossellini, giovane e ricca sanmarinese, decisamente meno formosa (meno male) di Fujiko ma altrettanto affascinante, con un carattere burrascoso e comportamenti immaturi e viziati, e l'agente Nyx dell'MI6, uomo tutto d'un pezzo legato alla sua famiglia, un po' troppo noioso e irreale nel suo lato calcolatore (soprattutto quando inventa probabilità dal nulla, senza troppo senso) e dotato praticamente di un udito radar.
So che se ne è parlato già tanto ma vorrei includere in questo disastro anche la sigla italiana affidata a Moreno e Giorgio Vanni: sinceramente uno schifo, terribile sia al primo ascolto che al ventiseiesimo, estremamente lontana da quella che dovrebbe essere l'atmosfera di Lupin III (provate ad ascoltare l'OP giapponese) e con un testo buttato a caso con rime forzate (non sopporto sentir dire ItaGLIa e non lo giustifico in nessun caso). Fatto questo sfogo, cosa possiamo salvare? Sicuramente le animazioni, fresche e dinamiche, i colori usati, brillanti ma non eccessivi, e i fondali realistici. Sicuramente lodevole il lavoro di doppiaggio per tutti i personaggi, grazie a voci storiche e nuove aggiunte particolarmente azzeccate, e complimenti in particolare a Stefano Onofri, divenuto la voce ufficiale di Lupin dalla morte di Roberto Del Giudice, che ha saputo mantenere quello che è ormai diventato lo spirito del ladro con la faccia da scimmia. Un vero peccato per quei maledetti dialoghi epurati dal congiuntivo.
Insomma, Lupin III L'avventura italiana è qualitativamente inferiore alle ultime produzioni proposte per rilanciare il franchise, conta una gran quantità di pecche che non possono essere salvate dagli aspetti positivi, soprattutto per chi in Italia ci vive. Con l'ambientazione a disposizione e con la voglia e la tendenza a strizzare l'occhio ai fan di vecchia data di vecchie serie, si sarebbe potuto fare molto molto meglio. Una grande occasione sprecata.
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