A distanza di un mese e mezzo da quando ho parlato della prima serie di Lupin III, sono riuscito a vedere le infinite puntate della seconda: i produttori avevano le idee chiare e questa volta l'idea era di raccogliere consensi e portare alla ribalta i personaggi del franchise, apprezzati nella prima stagione ma non ancora appartenenti alla cultura popolare. Cosa si nasconde, dunque, in questa seconda lunga incursione di Lupin III in ambiente televisivo? Cosa ci propone la serie che ha permesso la produzione di La pietra della Saggezza e Il castello di Cagliostro?
Come già accennato, questa seconda serie di Lupin III viene prodotta sull'onda del successo, timido e meritato, della prima e si prefigge l'obbiettivo di sfondare. Iniziata nel 1977 e conclusasi nel 1980, la stagione caratterizzata dalla giacca rossa conta ben 155 episodi, decisamente molti di più rispetto ai 23 della giacca verde. Per mantenermi in linea con il lavoro fatto con il precedente post, mi sono armato di carta e penna, pronto a segnarmi tutti gli episodi che mi sembrassero degni di nota ma, purtroppo, di sufficienti ne ho contati meno di una ventina e tutti sotto tono se paragonati alla serie precedente. Le trame di questa stagione risultano essere quasi tutte frivole, stupide, sciocche, futili, pessime, scontate, immature e molte tra queste sembrano fatte con lo stampino: Fujiko si fa rapire o Fujiko vuole un gioiello o Fujiko propone un colpo, Lupin lo esegue mentre Jigen se ne lamenta, Fujiko imbroglia tutti ma le va male per un motivo casuale e la puntata si chiude con tutti amici come prima, in fuga da Zenigata.
Lo stesso carattere di tutti i personaggi ha subito una ridicolizzazione pesante, portandoli ad essere l'ombra di quello che erano e rendendoli ridicoli per la maggior parte del tempo. Mentre Fujiko viene utilizzata come causa scatenante di qualsiasi episodio, sempre secondo lo schema della principessa da salvare, Zenigata è declassato ad elemento di disturbo incarnato da un personaggio stupido e goffo, Jigen è diventato la burbera spalla, sempre pronta a lamentarsi (avendo anche le sue ragioni) e sempre ignorata e Goemon è praticamente una spada con le gambe. Che ne dici di Lupin, allora? Lupin è passato dall'essere un ingegnoso e abile ladro ad essere un fortunato buffone, sempre in possesso di una strana ed improbabile invenzione perfettamente adatta alla situazione corrente. Un altro elemento strano riguarda la presenza di Goemon nel gruppo e la sua abilità di spadaccino: mentre, durante la prima stagione, il samurai si poneva in opposizione al ladro gentiluomo (titolo ottenuto assieme alla giacca rossa) e occasionalmente si univa al gruppo per colpi particolari, adesso risulta essere sempre dalla parte di Lupin, se non quando viene ingannato per combatterlo, e tutto il merito della sua capacità di tagliare di netto qualsiasi cosa è passato da lui alla sua spada, mostrata come onnipotente, perfetta e indistruttibile. Insomma, almeno per me, un fallimento su tutta la linea.
Se i personaggi hanno fatto grandi passi indietro sotto l'aspetto psicologico e di caratterizzazione, sono stati stabilizzati nell'aspetto fisico, pur mantenendo un design molto vicino alla stagione precedente. A beneficiare di questa nuova direzione artistica è soprattutto Fujiko (rinominata Margot nella versione nostrana), considerando che la sua fisionomia era oggetto di continue modifiche. Per quanto riguarda le animazioni, i sei anni che separano questa serie dalla precedente hanno portato davvero enormi miglioramenti, anche se non in tutte le puntate: la sensazione generale è sicuramente quella di una maggiore fluidità e bellezza grafica ma. prendendo ogni puntata singolarmente. si soffrono differenze qualitative piuttosto evidenti. Ovviamente, le puntate dirette da Hayao Miyazaki si riconoscono sin dal design dei personaggi, sempre vicino a quello classico del regista, e rientrano tra quelle meritevoli. Dite quello che volete, ma per me non è un caso.
Ad affiancare la rinnovata veste grafica. ci sono nuovi brani della colonna sonora: questa si è arricchita di pezzi cantati in inglese, oltre che di nuovi arrangiamenti dei vecchi pezzi, anche se non sempre è sfruttata al meglio. Più che sottolineare l'atmosfera delle diverse scene, i brani tendono ad introdurre personaggi o a presentare situazioni familiari e oramai scontate. Per restare in tema del comparto audio, il doppiaggio italiano resta degno di nota, anche se risultano essere non pochi gli errori verbali commessi nei dialoghi. A parte Lupin, tutti gli altri personaggi subiscono un cambio di doppiatore e, ancora una volta, a risentirne maggiormente è Fujiko: ci sono degli episodi in cui la voce del personaggio è talmente squillate da risultare fastidiosa e antipatica.
In definitiva, la seconda serie di Lupin III ha banalizzato quello che era il personaggio e le sue avventure al solo scopo di raggiungere più spettatori possibili con una quantità esagerata di puntate, perlopiù scadenti. In ogni caso, la produzione ha raggiunto il suo scopo, portando il fanchise ad essere di dominio pubblico a livello globale, quindi si può considerare questa stagione come un bruttissimo successo. Verde vince su rosso, senza ombra di dubbio!
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