Il magazzino delle meraviglie - Warehouse 13

Mi ci è voluto un po' per arrivare in fondo a questa lunga avventura e sicuramente ci sono arrivato più tardi di altri, ma mi è sembrato il caso di spendere due parole sul magazzino steampunk più divertente della storia e sulle sue cinque stagioni. Da quando vidi per caso alcune puntate di Warehouse 13 ad oggi, giorno in cui ho finito di vedere la sua ultima, è passato qualche tempo, un po' per i pochi momenti che ho potuto dedicare a questa serie, un po' per problemi legati al mio vecchio portatile (RIP). Con questo post, vorrei dare un giudizio sommario a cuor leggero sulla serie nel suo insieme, senza scendere troppo nei particolari e senza snocciolarla puntata per puntata.

Insomma, vorrei parlare del bel ricordo che mi ha lasciato.

Warehouse 13 poster cover




Warehouse 13 Artie Myka Peter
La trama in breve: in South Dakota, ben lontano dalla civiltà, esiste uno sconfinato magazzino dove vengono custoditi oggetti dai poteri incredibili, nati dai fortissimi sentimenti dei loro possessori. Questi oggetti, chiamati artefatti, sono potenzialmente pericolosi per l'umanità e il loro utilizzo comporta sempre una ripercussione negativa più o meno seria, da questo la necessità di tenerli nascosti e lontani dal dominio pubblico. In questo mondo di follia e meraviglia, vengono catapultati all'improvviso gli agenti dei servizi segreti statunitensi Myka Bering e Peter Lattimer, costretti ad adattarsi al nuovo ambiente e incaricati del recupero di ogni artefatto che il magazzino, gestito da Artie Nielesen, riesce ad individuare.

Sin dalla sua prima puntata, Warehouse 13 si presenta come una serie graficamente low budget, basata su episodi, quasi totalmente a se stanti, narrati attraverso elementi comici e classici delle serie investigative. Per quanto la trama portata avanti dalla prima stagione stimoli l'interesse, è stato l'elemento comico della serie a farmi innamorare dei personaggi e delle loro disavventure: l'equipaggiamento steampunk a disposizione degli agenti, le strane situazioni con cui Myka e Pete dovranno avere a che fare, le continue citazioni ad quella che ormai è la nostra cultura popolare (fatta di serie tv, film, fumetti) creano nel complesso un ambiente affettuoso ed estremamente piacevole che ti spinge a seguire le vicende del W13.

Warehouse 13 Caludia Jinksie
Diciamocelo chiaramente, mentre la prima stagione si basava anche su una trama abbastanza criptica, la seconda presenta già delle lacune nella narrazione, per quanto queste vengano comunque colmate con spiegazioni più o meno plausibili. Da qui, la terza stagione viaggia sui binari di una storia abbastanza traballante, ma chiude con quello che, per me, sarebbe stato il finale perfetto per la serie, molto amaro ma con quel retrogusto dolce e commovente, se non fosse stato per il piccolo particolare che lasciava aperta una voragine su cui, poi, è iniziata la quarta stagione. Quindi, il caso di una stagione con ben venti episodi (anziché i canonici tredici) che ci presenta una trama strana ed affrettata in cui i "cattivi" e i "buoni" si scambiano continuamente di posto per poi concludere la storia della "soffitta d'America" (come Artie piace definire il magazzino) con una quinta stagione di soli sei episodi, volti a tappare tutti i buchi lasciati dalla precedente e pronta a dirci addio con un finale più o meno sdolcinato.

Warehouse 13 Helena G. Wells
Quindi? Ci stai dicendo che hai visto cinque stagioni di un telefilm basato su brutti effetti speciali e su una trama campata in aria? Praticamente, sì. Per quanto io sia normalmente fissato con la storia narrata e con il modo in cui viene portata avanti, ho trovato davvero piacevole continuare a seguire Warehouse 13 per via dei suoi personaggi, dei suoi tipici e fintissimi effetti speciali, delle sue strambe dinamiche e per le costanti risate che la serie è stata in grado di strapparmi con costanza attraverso le sue sessantaquattro puntate. Un'altra cosa che mi ha colpito piacevolmente è stata la totale assenza di volgarità (a parte Claudia vestita da pornostar nell'ultima scena dell'ultima puntata) e per la diversità dei personaggi, pur non liberi da luoghi comuni, che compongono la squadra del magazzino. Inoltre, a parte le sue lacune, ha degli spunti molto interessanti sulla gestione del potere e sui progressi della scienza che sicuramente le fanno guadagnare altri punti.

In definitiva, Warehouse 13 non è di certo un capolavoro da guardare assolutamente, ma si offre come un intrattenimento piacevole, costante e a tratti sorprendente. Non il meglio della fantascienza, dello steampunk o della commedia, ma una fantasiosa combinazione di questi generi per chi vuole provare qualcosa di diverso e di perfettamente equilibrato tra l'impegnato e il casinista.

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