Un trattato di filosofia sul filo di una spada - NieR: Automata

Uno dei motivi per cui sto ancora smaltendo le letture del Romics è che è da non molto entrata in casa una PlayStation 4. Ovviamente, ho colto l'occasione per recuperare uno dei giochi che più mi avevano intrigato e ho finito col divorarlo.

Oggi parliamo di quella meravigliosa collaborazione tra Yoko Taro, Platinum Games e Square Enix che è NieR: Automata.

NieR Automata poster cover




Nell'anno 11945 la Terra è teatro di battaglie di una guerra che non sembra volere sbocchi: dopo un attacco da parte di una razza aliena tramite un esercito di biomacchine, l'umanità è stata costretta a fuggire sulla Luna e a cordinare da lì una riconquista del pianeta tramite Androidi combattenti.

NieR Automata 9S 2B
Come giocatori, seguiremo le vicende di 2B (number 2 model Battle) e 9S (number 9 model Scanner), due androidi appartenenti al gruppo elitario YoRHa con il compito di appoggiare la resistenza androide sulla Terra, restando a disposizione del comando per cercare di far avanzare lo stato della guerra.

La prima cosa che risulta abbastanza chiara, completato il prologo, è che gli androidi sono inquadrati in un ciclo continuo di vita e morte. Lontani dall'essere immortali e bisognosi di manutenzione, 2B e 9S sono tenuti a sincronizzare i loro ricordi con il Bunker orbitante, base degli YoRHa, in modo che la loro coscienza possa essere inserita in un nuovo corpo in caso di distruzione.

Questo spiega anche la meccanica di gioco del recupero di oggetti ed esperienza in caso di sconfitta, effertuato ritrovando sulla mappa il proprio corpo precedente. Come meccanica, non è certo il primo gioco ad implementarla ma forse è uno dei pochi a legarla logicamente al suo mondo.

Parlando del gioco in sé, NieR: Automata è un action gdr con buona personalizzazione dei power up dei personaggi ma con focus particolarmente spiccato sulla storia e sulla filosofia.

NieR Automata 2B combattimento
Infatti, volendolo confrontare con altri lavori dei Platinum Games, Automata è decisamente più facile di, ad esempio, Bayonetta e non è necessario padroneggiare il sistema di combattimento per poter affrontare le diverse battaglie a difficoltà Normale.

Questo è dovuto da un buon preavviso degli attacchi dei nemici, una schivata piuttosto generosa nei tempi e una grande quantità di cure recuperabili. Aumentare la difficoltà a Difficile cambia nettamente il discorso, ma una buona semplicità generale aiuta sicuramente a godere della narrazione.

Il sistema di power up, invece, è legato alla memoria disponibile degli Androidi e consiste nell'acquisto e nella scoperta di chip che migliorano determinate caratteristiche. Ogni chip occuperà una certa quantità di memoria e starà a noi creare i loadout che preferiamo in base, quindi, allo spazio occupato e alla memoria diponibile... possibilmente evitando di rimuovere il nostro OS.

Tra le meccaniche particolari del gioco non posso non citare i cambi di prospettiva e le sezioni bullet hell, particolarità tipiche già di NieR e necessarie da imparare a gestire per non soffrire troppo in determinate sezioni di gioco.

NieR Automata bullet hell
Infine abbiamo la possibilità di equipaggiare il nostro androide con armi potenziabili. C'è però da dire che, mentre scoprire e potenziare quante più armi possibile è intrigante per le loro storie (che nascondono indizi e riferimenti), la loro diversità è relativa e si può facilmente giocare con quelle di default.

Ora che abbiamo parlato di come NieR: Automata si presenta, vediamo finalmente cosa permette di vivere. Chi conosce Yoko Taro, anche solo di fama, sa che non c'è da aspettarsi nulla di meno di storie amare, eventi tragici e moralità ambigua... e devi esserne felice!

Automata propone un open world a settori che cerca di limitare il numero di indicatori sulla mappa (nascondendola appena possibile) mentre spinge il giocatore all'esplorazione per il recupero di risorse. Questa divisione evita la sensazione di un progresso lineare e sorprende il giocatore con avanzamenti importanti anche durante quelle che sembravano quest insignificanti.

Quella di rendere spesso improvviso e quasi estraniante il proseguire dei capitoli è una scelta legata a quello che il titolo vuole comunicare al giocatore. È ovvio che procedere con le quest principali spingerà prima o poi la storia ad avanzare di capitolo ma, con questa consapevolezza e con l'incertezza su quando avverrà, come giocatore siamo chiamati a decidere quanto le quest secondarie siano importanti e quanto lo sia l'esplorazione rispetto al progredire della storia.

NieR Automata 2B 9S sulla Terra
Come già fatto con NieR, le quest secondarie sono spesso volutamente ripetitive e rispecchiano quello che viene normalmente offerto dai jrpg e dagli mmo. Non devi però lasciarti ingannare, ogni secondaria nasconde un pugno nello stomaco, una riflessione sulla situazione o un riferimento ai titoli precedenti e, seppur spesso sono fastidiose da completare, ripagano il giocatore in modo diverso dalla semplice ricompensa in gioco.

Se non hai giocato NieR o Drakengard non devi però preoccuparti: la storia di Nier: Automata è assolutamente a se stante ma sono presenti rimandi vari per chi conosce anche gli altri lavori di Taro. Tra armi, personaggi, documenti rinvenuti, sono molti i dettagli che aiutano a ricostruire la storia prima di Automata, aiutando nella comprensione del mondo.

Quando ho detto che Automata pone l'accento sulla filosofia non era un'esagerazione. La guerra tra androidi e biomacchine è uno scontro senza vincitori che spinge due razze relativamente simili a combattere per entità superiori letteralmente in cielo sopra di loro.

Che androidi e biomacchine non siano troppo differenti lo si scopre piuttosto in fretta e NieR: Automata non si fa problemi a parlare di autodeterminismo, coscienza, violenza, possibili soluzioni alla propria situazione e tante altre riflessioni, nascoste tra le varie side quest e storia delle armi. Non posso scendere troppo nei dettagli per evitare spoiler a chi lo volesse giocare e gustare, godendosi ogni sorpresa, ma bisogna quantomeno parlare dei diversi finali.

NieR Automata 2B 9S Anemone
NieR: Automata ha 26 finali, uno per ogni lettera dell'alfabeto e molti dei quali scopribili giocando con il gioco stesso. Parlando di storia ce ne interessano appena cinque e proprio questi cinque possono essere ottenuto solo rigiocando il titolo... ma non saranno solo i completisti a voler riprendere in mano il pad.

Finita la prima run e sbloccato il finale A, ricominciare il gioco ci permette di scoprire nuove informazioni (nomi dei boss, riflessioni, documenti, oggetti) oltre che nuove sezioni di gameplay e un approccio totalmente diverso alle battaglie. Ricaricare il salvataggio è una scelta che sta esclusivamente a noi e non viene suggerita in nessun modo particolare.

Ottenuto il finale B, invece, sarà lo stesso gioco a darti una piccolissima (sarcasmo) spinta nel ricaricare la partita. A questo punto, se il mondo di gioco ti ha catturato, sarai talmente tanto invischiato nella triste e amara narrativa di Yoko Taro che non potrai non volerne di più.

Ad accompagnarci il in questa incredibile esperienza videoludica metanarrativa ci penserà una colonna sonora meravigliosamente ispirata, tra le più belle degli ultimi anni e assolutamente integrata tra gli ambienti e i temi di gioco.

Dopo tutto questo fiume di parole, non posso che consigliare vivamente NieR: Automata, indipendentemente dalla piattaforma di gioco. Abbiamo tra le mani un action che è coerente con le sue meccaniche e che riesce a non porle come barriera alla sua narrazione pur offrendo una sfida a chi voglia qualcosa in più. Filosofia, metanarrativa, stretta al cuore in un capolavoro di questa generazione.

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