Zack Braff, il cui vero nome è ovviamente JD (e non so perché i poteri forti non vogliano ammetterlo) è tornato sugli schermi televisivi con una nuova serie tv che, stranamente, non è Dr. Acula. Nei panni di un bambino di mezza età, Braff ci accompagnerà nel mondo dei podcast con Alex, Inc., serie basata su e prodotta da Alex Blumberg e il suo podcast StartUp.
Alex Schuman è un brillante narratore che, alla ricerca di maggiori libertà e sicuro di poter contare sul suo talento, abbandona la radio per cui lavora per poter fondare la propria start up e iniziare un proprio podcast.
La storia dovrebbe quindi evolversi attorno ad Alex, la sua ex produttrice Deirdre e suo cugino Eddie mentre impiegano tutte le loro forze per creare e spingere verso il successo il nuovo podcast. A concorrere con il lato "lavorativo" della serie, però, c'è un'altra parte importante della vita di Alex: la sua famiglia.
Oltre ad Alex, gli Schuman contano Rooni, la moglie avvocato che cerca di fare sempre il possibile per la famiglia oltre ad essere la voce della ragione, e i due figli Ben e Soraya, entrambi incredibilmente svegli e capaci. È importante sottolienare che Roonie, il cui nome di battesimo è Arunima, ha origini indiane e, ovviamente, i due bambini ne condividono il sangue.
Questa precisazione ha la sua utlità per via di alcuni dei temi trattati nei vari episodi. Infatti, molta dell'attenzione della serie è messa proprio sul rapporto di Alex con la sua famiglia, su quanto questa influenzi le sue decisioni e su come finirà per influenzare e migliorare l'intero progetto del podcast.
Le origini indiane e un accenno di scontro culturale vengono a galla soprattutto alla presenza della madre di Rooni e suocera di Alex.
La donna, infatti, è abbastanza delusa dal comportamento da sognatore di Alex e i suoi racconti di una vita diversa fungono sia da confronto che da ispirazione per i personaggi della serie, seppur per appena una manciata di episodi.
Il resto è un continuo destreggiarsi tra figli, lavoro e famiglia (e non solo per Alex), mentre il progetto della start up cerca la sua dimensione. Il problmena di Alex, Inc. è che la serie si è proposta come uno slice of life su un caster di talento ma, in realtà, è poi risultata essere una family comedy con non molto spazio per la dimostrazione del talento di Alex.
Chiaramente, questo non è affatto un male! La serie risulta piuttosto divertente nei suoi dieci episodi e i personaggi hanno tutti la loro dimensione e importanza al suo interno, ma ciò non toglie che non tratti bene quello che effettivamente aveva proposto e questo ha attirato tante critiche e una bella cancellazione dopo appena una stagione.
Una parte del problema, quindi, è data dalla poca attenzione allo sviluppo della start up, elemento che dovrebbe essere tra i punti chiave, mentre la serie ha sofferto di spettatori non sufficienti per via della sua presentazione. I podcast sono qualcosa di tanto diffuso in territorio americano (e praticamente sconosciuti nel nostro paese) da avere un'attrattiva minima per lo spettatore. Forse, e dico forse, questa serie avrebbe avuto un successo maggiore se pubblicizzata come family comedy.
Personalmente ho trovato Alex, Inc. simpatica, godibile e rappresentativa di una realtà attuale sia lavorativa che familiare. Il personaggio di Alex Schuman calza alla perfezione a Zack Braff mentre tutto il cast di comprimari ha il suo perché e il suo ruolo nelle diverse situazioni che vengono a rearsi. Dopo un finale che rafforza ulteriormente quello che l'intera stagione aveva mostrato, ossia l'influenza e l'importanza della famiglia anche nel lavoro di Alex, pur servendo da conclusione, avrei volentieri seguito una seconda stagione per seguirne l'evoluzione.
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