Abbiamo imparato tutti a conoscere lo stile dei cinecomics Marvel, tratto distintivo del MCU e ormai adottato anche dalla DC per il suo DCEU: battutine, battutine ovunque. Thor Ragnarok non è da meno, anzi porta la risatina forzata all'esasperazione, proponendosi come la macchietta di una macchietta che difficilmente lascerà qualcosa (se non tristezza) in chiunque lo abbia visto.
Parliamo di mitologia norrena, parliamo del dio del tuono, di Asgard e del Ragnarok che la raderà al suolo, tutti argomenti che ispirano epicità e ricordi di tempi passati. Bene, potete tranquillamente cancellare tutto quello che vi è venuto in mente, nel terzo film su Thor non troverete nulla di tutto questo.
Infatti, dopo un prologo affrettato con una comparsata di Dr. Strange e la convinzione di aver evitato la fine (tutto nei primi minuti di film), si passa velocemente alla comparsa di Hela, alla distruzione di Mjolnir e all'esilio forzato su Sakaar, rinominabile anche "il pianeta degli eccessi e degli anni '80".
Reso schiavo e costretto a combattere, Thor si ricongiungerà violentemente con il "collega" Hulk mentre la sua mente sarà sempre rivolta alla ritrovata sorella seduta sul trono di Asgard. Vi potranno sembrare tutti temi cupi e violenti, ma non c'è una singola scena che non sia trasformata in gag, tanto da cacellare la rabbia e la tristezza per la perdita del martello e dei capelli dello Zio del Tuono, tutto soffocato da musica elettronica e personaggi ridicoli.
Il film continua la sua presa a schiaffi dello spettatore percorrendo quanto già mostrato dai diversi trailer, che oggi come non mai hanno la colpa di anticipare e rovinare qualsiasi colpo di scena, gettando nella mischia diversi personaggi senza che ne sia effettivamente richiesta la partecipazione.
Un esempio su tutti è Hulk / Bruce Banner: in entrambe le incarnazioni il personaggio non ha un ruolo nel film, se non quello di "strappare una risata" e la sua inclusione è solo finalizzata alla sua presenza nei prossimi film del MCU.
Parliamo di morti, di lotta per la vita, della scoperta di nuovi poteri (Thor è decisamente una principessa Disney che aveva solo bisogno di credere in se stesso), di nemici possenti e dell'estinzione di un popolo, ma tutto spogliato della sua dignità in nome di una risatina in più.
L'unico momento ad trasmettere epicità, tristezza e attesa sono quei pochi secondi in slow motion dedicati alla dipartita delle valchirie. Il resto è semplicemente il nulla, sempre e solo il nulla.
Potrò sembrarvi duro o poco obbiettivo, ma Thor Ragnarok è l'esatto opposto di Suicide Squad. Se da un lato abbiamo un film DC/Warner semplicemente terribile per script, montaggio, caratterizzazione e così via che, però, mostrava lo sforzo del DCEU di alleggerire i temi e puntare maggiormente sui personaggi, con il film Marvel/Disney abbiamo un totale abbandono di qualsiasi significato dietro la parola "cinema" solo per poter intrattenere nella maniera più semplice e stupida possibile.
Per riassumere, Thor: Ragnarok ha una sovrabbondanza di personaggi, una storia che sarebbe potuta essere interessante ma che viene raccontata male, una totale mancanza di tempi per quanto riguarda eventi tragici o cruciali e un protagonista spogliato di qualsiasi ombra di serietà, il tutto per una forsennata ricerca di una risata che farà anche passare il film senza pesare ma che, una volta finito, non lascia semplicemente nulla se non lo Zio del Tuono. Ecco, il nomignolo dato durante il film incarna perfettamente quello che il film è. Una buffonata.
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