Solo ora che la serie si è conclusa e solo grazie ad un regalo iniziale dopo aver pianto tante volte davanti agli scaffali della mia fumetteria di fiducia, ho finalmente finito la lettura di Sunny di Taiyo Matsumoto. Attratto sin dal primo numero dal suo stile fumoso e differente, ho avuto buone difficoltà a scoprire di cosa si trattasse perché nessuno ne stava parlando e il sito J-Pop... beh, lo sapete com'è. Ora che sono riuscito a leggerlo tutto, ho sentito il dovere morale di scrivere qualche riga a suo favore. Sì, perché Sunny è un manga come pochi e deve assolutamente essere elogiato.
L'istituto Hoshinoko è un punto di ritrovo per chi, in un modo o nell'altro, si è trovato abbandonato dalle persone più care: bambini o ragazzi che siano, improvvisamente soli e senza qualcuno che possa o voglia prendersi cura di loro. Proprio in questo istituto, parcheggiata nel suo giardino, c'è una vecchia Nissan anche essa abbandonata al suo destino.
La Sunny, così chiamata dai bambini dell'istituto, è il loro luogo privato, la loro fuga da una realtà troppo stretta e costantemente ricordata nei rapporti con gli altri bambini, i figli di casa. Tutti gli orfani dell'istituto, e solamente loro, hanno accesso a questo posto lontano dal mondo e la Sunny funge da inizio e fine di questa serie di storie.
In quanto uno slice of life ambientato in orfanotrofio, Sunny non segue un unico personaggio o un'unica storia, ma parla della difficile vita e crescita di tutti i suoi componenti, dal più piccolo al più grande, in vicende più o meno gravi. L'unico elemento in comune con tutte le storie raccontate è la costante atmosfera malinconica che tinge le vite di questi giovani dimenticati.
Non farò l'elenco dei diversi protagonisti, con le loro vite e le loro speranze che li spingono ad andare avanti, perché sarebbe come togliervi un enorme tassello di quella che è un'esperienza a dir poco introspettiva e sconvolgente. Ogni volume, ogni capitolo di questa serie va letto con i propri tempi e la dovuta calma, così da assaporare tutti i particolari nascosti in ogni tavola.
Lo stile di Taiyo Matsumoto può sembrare inizialmente goffo, ma è in realtà estremamente dettagliato e (a tratti) volutamente pesante e fitto. Lontano dalla solita estrema definizione del tratto, personaggi e griglie comprese, Matsumoto definisce un mondo tra ombre, rossori, luci e suoni con tavole semplicemente consistenti.
Il fatto di riprodurre la realtà in maniera fedelmente grottesca non può che aiutare ad entrare nella vita di chi è, suo malgrado, protagonista di queste storie. Anche nei momenti più felici, non c'è modo di allontanare quel senso accennato di tristezza insito nell'intera opera e questa costante sensazione aiuta alla definizione e alla comprensione della forza d'animo dei personaggi.
Per tutti i suoi sei volumi, editi in Italia da J-Pop, Sunny mantiene un'intensità e una definizione di personaggi fondamentali per il tipo di opera proposta. Con un tema non troppo comune, trattato non con tatto ma entrando nelle vite dei protagonisti, e con uno stile estremamente particolare, questa serie è assolutamente una perla del panorama giapponese e del panorama fumettistico. Imperdibile.
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