È da quando ho acquistato la mia Xbox 360 con Darksiders II in bundle che ho provato il fortissimo impulso di recuperare il primo capitolo della saga e il programma Games with Gold mi ha facilitato di molto il compito. Riuscito finalmente a mettere le mani sulla mia copia di Darksiders, ho cercato di finirlo il più velocemente possibile, destreggiandomi tra i vari impegni. Se ne sto parlando oggi è perché sicuramente mi ha lasciato qualcosa.
Iniziamo il gioco controllando un potentissimo Guerra, cavaliere dell'apocalisse convocato per l'ultima grande battaglia. L'unico problema è che le cose non stanno esattamente come dovrebbero, gli altri cavalieri non danno segno di volersi mostrare e noi perdiamo gradualmente i nostri poteri man mano che avanziamo verso il boss di questo enorme tutorial apocalittico. Ecco, ora abbiamo la certezza di avere tra le mani un metroidvania come ne vorremmo sempre più di quanto ce ne propongono.
Ovviamente, la colpa di un'apocalisse anticipata viene accollata a noi e la necessità di liberarci da ogni accusa ci spingerà a tornare sulla Terra in cerca di riscatto, risposte e potere, controllati a vista da un'osservatore del consiglio. Per quanto la narrativa di Darksiders si spinga poi dalla giustizia alla vendetta senza effettivamente portare una mutazione nei sentimenti di Guerra, l'intera ambientazione con il Consiglio che deve mantenere in equilibrio le forze di Paradiso e Inferno è a dir poco intrigante. C'è anche da dire che nel design del gioco è stato coinvolto un certo Joe Madureira (avvisatemi se vi suona familiare), cosa che rende l'intero aspetto stilistico qualcosa di semplicemente unico e definito, apprezzabile anche a prescindere del titolo in se.
Spinti non si sa bene da cosa, quindi, iniziamo la nostra missione di sterminio di diversi boss, posti in aree estremamente diverse di una enorme mappa collegata da passaggi vari, tutti bloccati fino a che non riusciamo ad ottenere il giusto oggetto per poter proseguire. Come in ogni metroidvania che si rispetti, ogni sezione ed ogni boss ci regaleranno maggior potere e la capacità di esplorare una nuova zona oltre che ottenere nuovi extra da quelle vecchie. I vari nuovi equipaggiamenti tenderanno a variare soprattutto il gameplay delle sezioni esplorative, a tratti forzatamente incentrati sulle nuove meccaniche, mentre i combattimenti resteranno praticamente gli stessi. Ma procediamo con ordine.
Ogni nuova zona, che esploreremo alla caccia dei cuori dei guardiani, sarà ben diversa dalla precedente e passeremo da zone buie e anguste a ambienti aperti e luminosi. Non sempre il design sarà in grado di richiamare una Terra post apocalisse, passando a volte per mappe totalmente estranee al tema, ma l'esplorazione sarà sempre molto piacevole e ricca di segreti da scoprire.
L'intera questione di piacevolezza e diversità crolla, però, non appena si entra nella tanto agognata Torre, condita di puzzle tediosamente lunghi seppur semplici e seguita da un backtracking obbligatorio. Ora, è vero che rivisitare le diverse mappe una volta giunti alla fine del gioco permette di ottenere diversi nuovi tesori (in base anche a quanto siete stati attenti al primo passaggio) ma obbligare il giocatore a rivisitarle non è una mossa saggia. Nonostante sia indubbiamente utile al fine dei potenziamenti, il backtracking deve sempre essere una scelta per un giocatore e non un obbligo.
A parte la normale esplorazione delle mappe e le sezioni di enigmi, il gioco propone anche una manciata di occasioni in cui il gameplay varia sensibilmente, con accenni di third person shooter o arena fighter ad obbiettivi o ancora shooter a scorrimento. Per quanto non sempre la parentesi di gameplay differente sia sempre ben bilanciata, è comunque sempre una piacevole variazione.
L'intera questione di piacevolezza e diversità crolla, però, non appena si entra nella tanto agognata Torre, condita di puzzle tediosamente lunghi seppur semplici e seguita da un backtracking obbligatorio. Ora, è vero che rivisitare le diverse mappe una volta giunti alla fine del gioco permette di ottenere diversi nuovi tesori (in base anche a quanto siete stati attenti al primo passaggio) ma obbligare il giocatore a rivisitarle non è una mossa saggia. Nonostante sia indubbiamente utile al fine dei potenziamenti, il backtracking deve sempre essere una scelta per un giocatore e non un obbligo.
A parte la normale esplorazione delle mappe e le sezioni di enigmi, il gioco propone anche una manciata di occasioni in cui il gameplay varia sensibilmente, con accenni di third person shooter o arena fighter ad obbiettivi o ancora shooter a scorrimento. Per quanto non sempre la parentesi di gameplay differente sia sempre ben bilanciata, è comunque sempre una piacevole variazione.
La seconda parte importante del gioco è il combattimento, per quanto sia sicuramente meno del 40% dell'esperienza complessiva. Darksiders propone un combattimento action incentrato sulle combo, acquistabili per le diverse armi dal nostro venditore di fiducia, e sul controllo delle masse. Ci capiterà pochissime volte di dover fronteggiare un unico nemico molto forte mentre la situazione generale sarà quella di avere contro diverse ondate di nemici E qualche nemico molto forte da dover abbattere.
Sarà quindi importante gestire la mobilità di Guerra e le sue combo per interrompere gli attacchi nemici e stare attenti a non infilarsi in brutte posizioni. Una volta entrati in confidenza con le varie tempistiche, il combattimento diventa relativamente semplice e le cure, per quanto non siano scarse, abbastanza inutili. Anche qui la situazione subisce un drastico crollo proprio arrivati al boss finale, con un combattimento a due fasi non esattamente esaltante e con una prima fase fin troppo semplice.
Si giunge quindi alla fine del gioco dove la storia, evolutasi un po' sotto tono, esplode nelle battute finali e propone un preludio ad una guerra epica e attesissima che, però, non avverrà mai. Dopo l'eccitazione per l'arrivo dei restanti cavalieri e lo scorrere dei titoli di coda, il titolo ci riporta al menu principale, lasciando una rigiocabilità pari a zero, se non per i collezionisti di trofei e collezionabili.
Oltre questo, il gioco soffre abbastanza spesso di pesanti cali di frame rate (nella versione xbox 360) che, per fortuna, non vanno a inficiare la dinamicità dei combattimenti o la reattività dei comandi. E questi sono gli unici lati negativi a cui riesco a pensare, con tutti gli altri aspetti semplicemente esemplari. Oltre il comparto artistico iconico, il gioco gode di un comparto sonoro azzeccato e più che godibile, con un doppiaggio totalmente in italiano (non sempre all'altezza) e una colonna sonora molto bella.
Darksiders è quindi un ottimo titolo, cali di frame rate a parte, soddisfacente da completare e ottimo esempio di un genere non sempre molto vagliato. Artisticamente unico, con i suoi personaggi, la sua lore e le sue mappe davvero uniche, e con un gameplay ben bilanciato tra fasi di calma, con platform ed enigmi quasi sempre ben gestiti, e fasi d'azione, con un sistema di combattimento abbastanza soddisfacente e potenzialmente adattabile al proprio stile. Una perla del genere con meccaniche, lore e narrazione ulteriormente migliorati nel suo seguito, Darksiders II.
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