Oggi vi parlo di un libro che lessi molti anni fa, prestatomi da un mio coinquilino (ciao Fabio!), e che mi catturò a tal punto da iniziare la sua ricerca tra i mercatini dell'usato e tra le rimanenze dei negozi. Per mia fortuna, questo romanzo è stato da poco ristampato nella collana Vintage della Rizzoli e la mia dolce signora ha ben pensato di farmi smettere di parlarne con nostalgico ricordo regalandomi questa nuova edizione.
Dopo averlo entusiasticamente riletto, e aver ringraziato con commosso stupore per il regalo (grazie ancora!), ho deciso di parlare de Il club Dumas, romanzo presente nella lista dei miei libri consigliati da quando questa lista è stata istituita (potete trovarla qui).
Dopo averlo entusiasticamente riletto, e aver ringraziato con commosso stupore per il regalo (grazie ancora!), ho deciso di parlare de Il club Dumas, romanzo presente nella lista dei miei libri consigliati da quando questa lista è stata istituita (potete trovarla qui).
Il protagonista di questo romanzo è Lucas Corso, freddo e nostalgico cacciatore di libri che viene assoldato da un ricco collezionista, Varo Borja, per autenticare la sua copia de Le nove porte mentre è già al lavoro per conto di un amico, Flavio La Ponte, per autenticare il suo esemplare del Vino d'Angiò, manoscritto di un capitolo de I tre moschettieri. Prima ancora di partire, Corso viene messo al corrente dallo stesso Borja che la sua copia è un falso, viene incaricato di scoprire quale delle altre due copie esistenti sia l'originale e di recuperarla a qualunque costo. Durante lo studio de Le nove porte, il cacciatore si imbatte in una ragazza che si fa chiamare Irene Adler (221B Baker Street vi dice qualcosa?) che sembra sapere tutto su quello che sta accadendo, mentre il caso del manoscritto Dumas sembra legarsi indissolubilmente con il suo lavoro per Borja e con il culto del satanismo e dell'oscuro rituale per evocare Lucifero.
Parlando della nuova edizione Rizzoli, la carta è di buona qualità, le dimensioni ottimali da rendere il libro maneggevole durante la lettura e di bella presenza in libreria, la traduzione e la prosa sono buone anche se l'italiano ha subito un paio di brutti colpi in qualche frase non proprio corretta (questi maledetti congiuntivi). La copertina morbida è sufficientemente resistente da sopportare qualche giro in borsa o in valigia, ma non posso dire lo stesso dei bordi e del dorso che vedono il loro colore dorato venir mangiato poco alla volta da urti accidentali. Inoltre, tra i capitoli sono state inserite delle foto o illustrazioni dove prima c'erano solo richiami, oltre alle già presenti tavole delle nove porte.
Per concludere, Il club Dumas è uno di quei romanzi che farebbe bene leggere a chiunque, curati dal proprio scrittore come una madre amorevole cura il proprio bambino. In quanto a tempistiche e a cura dell'immersione del lettore, non credo abbia rivali. Sicuramente un thriller da cui lasciarsi catturare e da preferire a molti altri (ce l'ho con te Dan Brown).
1 commento:
Ciao, ho comprato questo libro solo ed esclusivamente perché adoro il film con Jonny Deep che vedo praticamente ogni anno. Mi sorprende che non ti sia piaciuto e che sia il primo a fare un commento su questo tuo Post. Buon Natale 🎊
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