Quando si parla di Gundam, ma anche quando si parla di anime in genere, ci sono dei capisaldi che non possono essere ignorati e Mobile Suit Gundam è proprio uno di quelli. Anche dopo anni da quel lontano 1979, la prima serie animata che ha dato vita al franchise e che ha rappresentato la svolta per le serie robotiche ha un'importanza tale da dover essere vista ancora oggi. Punto.
Anno 0079 dell'Era Universale. Sono passati cinquant'anni da quando la popolazione della Terra ha cominciato a trasferirsi su gigantesche colonie spaziali orbitanti. Queste sono diventate la patria di una nuova generazione di esseri umani che su esse nascono, crescono e muoiono.
È con queste parole che inizia il primo episodio di Mobile Suit Gundam ed è subito chiaro chi saranno i protagonisti delle vicende dirette da Yoshiyuki Tomino: non abbiamo, quindi, alieni invasori o una qualsiasi forma di male assoluto pronta a minacciare la perfetta calma e pace della terra, ma esseri umani costretti ad allontanarsi dalla Terra che, non essendo più attaccati al proprio pianeta natale, sentono il bisogno di etichettarsi come spazionoidi.
La guerra, infatti, scoppia proprio tra gli esseri umani della Terra, rappresentati dalla Federazione Terrestre, e in gruppo di abitanti della colonia Side III autoproclamatosi Principato di Zeon. Proprio questi ultimi danno il via alla contesa, autoproclamandosi principato indipendente e salvatore di tutti gli spazionoidi dalla tirannia della Federazione.
Proprio uno dei punti di svolta proposti da Yoshiyuki Tomino con Mobile Suit Gundam sta nel fatto che non esiste la netta distinzione tra bene e male. La Federazione, per quanto si sia trovata a subire gli improvvisi e violenti attacchi di Zeon, ha dovuto scacciare molti esseri umani verso le colonie per effettiva sovrapopolazione del pianeta. Zeon, d'altro canto, ha preso principi validi e rivendicazioni giuste e le ha usate come scusa per ottenere il potere con la forza.
Dietro queste organizzazioni ci sono comunque degli uomini ambiziosi, così come sono uomini quelli che combattono sui diversi fronti del conflitto. Seguendo le vicende dei civili costretti ad imbarcarsi sulla Base Bianca, scopriamo infatti quali sono le dinamiche all'interno dell'esercito federale, come si sta evolvendo il conflitto e quale ruolo giocano i vari uomini da entrambe le parti.
Proprio tra questi civili si trova Amuro Ray, il ragazzino che ricopre il ruolo di protagonista, anche se non in maniera assoluta. Figlio di del responsabile del progetto di creazione dei Gundam come arma per contrastare la potenza bellica dei mobile armor di Zeon, Amuro è costretto a pilotare la creazione del padre per potersi mettere in salvo durante la missione di infiltrazione guidata da Char.
Proprio tra questi civili si trova Amuro Ray, il ragazzino che ricopre il ruolo di protagonista, anche se non in maniera assoluta. Figlio di del responsabile del progetto di creazione dei Gundam come arma per contrastare la potenza bellica dei mobile armor di Zeon, Amuro è costretto a pilotare la creazione del padre per potersi mettere in salvo durante la missione di infiltrazione guidata da Char.
Diventato poi pilota ufficiale del Gundam RX-78, Amuro sarà i nostri occhi e ci guiderà anche con il suo punto di vista durante tutte le vicende che riguarderanno la Base Bianca e che lo porteranno a diventare un vero e proprio soldato federale agli ordini dell'esercito.
Tutto questo però non basta a definire Mobile Suit Gundam. Infatti, una parte centrale nella serie la giocano i personaggi (il cui design è a cura di Yoshikazu Yasuhiko) con le loro storie.
Da Amuro, ragazzino che combatte perché costretto fino a maturare proprio durante questa terribile esperienza, a Sayla, alla disperata ricerca del fratello considerato da tutti morto, da Fraw, senza un posto dove tornare e alla costante rincorsa di Amuro, a Mirai, in cerca di un posto in cui possa sentirsi realizzata, senza citare la cometa rossa Char Aznable.
Da Amuro, ragazzino che combatte perché costretto fino a maturare proprio durante questa terribile esperienza, a Sayla, alla disperata ricerca del fratello considerato da tutti morto, da Fraw, senza un posto dove tornare e alla costante rincorsa di Amuro, a Mirai, in cerca di un posto in cui possa sentirsi realizzata, senza citare la cometa rossa Char Aznable.
Amuro non è affatto l'unico protagonista della serie e, nonostante saremo chiamati a simpatizzare per la sua fazione, non è affatto l'unico personaggio positivo coinvolto nella guerra. Questo va a rafforzare il messaggio che la guerra non è affatto qualcosa di semplice o qualcosa che si possa descrivere come buoni contro cattivi e, per me, questo è un messaggio importantissimo.
Ovviamente, Mobile Suit Gundam ha innovato molto anche sul piano estetico e (fanta)scientifico, oltre che su quello narrativo e di caratterizzazione.
Partendo proprio dai suoi "robottoni", abbiamo a che fare con mezzi dall'aspetto sensibilmente diverso (grazie al lavoro del mecha designer Kunio Okawara), con equipaggiamento diverso e con compiti diversi. Nonostante il Gundam sia il mobile suit più performante in termini generali (e non a caso è chiaramente ispirato ad un samurai nipponico), non è di certo l'unità più forte della serie.
Ogni mobile suit, compresi il guncannon e il ball, ha funzionalità diverse e terreni in cui sono in vantaggio o in svantaggio. Molto importante è quindi la gestione di queste risorse e la loro strategica disposizione sul campo di battaglia.
Così come la strategia, anche la tecnologia è trattata in modo molto realistico e nel modo più verosimile possibile. Le unità si rompono o si usurano e hanno bisogno di manutenzione, le armi consumano munizioni, sono necessari energia o carburante e così via fino ad arrivare alla teorizzazione di novità che rendono possibile l'intero panorama bellico e tecnologico dell'Universal Century.
Tutto questo in una serie animata di 43 episodi. Volendola vedere con gli occhi di oggi, c'è qualcosa che può far storcere il naso tra le varie puntate, ma è qualcosa che passa facilmente in secondo piano. Anche le animazioni, nonostante siano ovviamente e visibilmente datate, sono invecchiate abbastanza bene e sono decisamente piacevoli.
A svecchiare alcune delle situazioni gestite in maniera più strana e a fare luce su alcuni retroscena ci pensa il character designer Yoshikazu Yasuhiko, affiancanto sempre da Kunio Okawara, con il suo manga Gundam Origini. La storia raccontata da Yasuhiko ripercorre in larga parte le vicende dell'anime, pur riscrivendone alcune... ma questi sono argomenti di cui potremmo parlare magari con un post dedicato.
In poche parole, Mobile Suit Gundam è tutt'ora una serie anime molto più che valida e unica nel suo genere, con un approccio realistico al mondo e alla guerra e con una buona gestione dei suoi personaggi e dei loro rapporti e ragioni di vivere. Tristemente, non ci sono poi tante altre serie che raggiungono questi livelli, anche nello stesso franchise, e questo non può che essere un motivo in più per recuperare questo punto di riferimento intramontabile.
Ovviamente, Mobile Suit Gundam ha innovato molto anche sul piano estetico e (fanta)scientifico, oltre che su quello narrativo e di caratterizzazione.
Partendo proprio dai suoi "robottoni", abbiamo a che fare con mezzi dall'aspetto sensibilmente diverso (grazie al lavoro del mecha designer Kunio Okawara), con equipaggiamento diverso e con compiti diversi. Nonostante il Gundam sia il mobile suit più performante in termini generali (e non a caso è chiaramente ispirato ad un samurai nipponico), non è di certo l'unità più forte della serie.
Ogni mobile suit, compresi il guncannon e il ball, ha funzionalità diverse e terreni in cui sono in vantaggio o in svantaggio. Molto importante è quindi la gestione di queste risorse e la loro strategica disposizione sul campo di battaglia.
Così come la strategia, anche la tecnologia è trattata in modo molto realistico e nel modo più verosimile possibile. Le unità si rompono o si usurano e hanno bisogno di manutenzione, le armi consumano munizioni, sono necessari energia o carburante e così via fino ad arrivare alla teorizzazione di novità che rendono possibile l'intero panorama bellico e tecnologico dell'Universal Century.
Tutto questo in una serie animata di 43 episodi. Volendola vedere con gli occhi di oggi, c'è qualcosa che può far storcere il naso tra le varie puntate, ma è qualcosa che passa facilmente in secondo piano. Anche le animazioni, nonostante siano ovviamente e visibilmente datate, sono invecchiate abbastanza bene e sono decisamente piacevoli.
A svecchiare alcune delle situazioni gestite in maniera più strana e a fare luce su alcuni retroscena ci pensa il character designer Yoshikazu Yasuhiko, affiancanto sempre da Kunio Okawara, con il suo manga Gundam Origini. La storia raccontata da Yasuhiko ripercorre in larga parte le vicende dell'anime, pur riscrivendone alcune... ma questi sono argomenti di cui potremmo parlare magari con un post dedicato.
In poche parole, Mobile Suit Gundam è tutt'ora una serie anime molto più che valida e unica nel suo genere, con un approccio realistico al mondo e alla guerra e con una buona gestione dei suoi personaggi e dei loro rapporti e ragioni di vivere. Tristemente, non ci sono poi tante altre serie che raggiungono questi livelli, anche nello stesso franchise, e questo non può che essere un motivo in più per recuperare questo punto di riferimento intramontabile.
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