Tra gli autoregali di Natale del 2017 è rientrato anche Dice Forge, un po' per la sua fantastica veste grafica, un po' perché può essere giocato anche in due. Dopo aver passato l'ultimo e il primo dell'anno a giocarci non posso essere più contento di averlo preso e non solo per quanto bella e organizzata sia la scatola (sì, sono un maniaco dell'ordine).
Le premesse del gioco sono abbastanza classiche per la sua ambientazione: nei panni di uno tra quattro eroi (distinti esclusivamente dal loro aspetto e colore di riferimento), saremo chiamati dalle divinità a conquistarci il titolo di semidio.
Per guadagnarci questo onore, dovremo competere contro altri rispettati eroi (in una sfida fino a quattro giocatori) a colpi di favori divini e offerte ai templi.
Questa epica premessa si traduce nella meccanica caratteristica del gioco: con due dadi a disposizione che, in base al lancio, genereranno risorse, dovremo acquistare nuove facce da montare sugli stessi per conquistare i tanto ambiti Punti Gloria.
Partendo dalla configurazione base, i dadi saranno modificabili acquistando le nuove facce spendendo una delle tre risorse che potremo accumulare nella nostra risorsa. Le nuove facce sono limitate in numero ma sono pensate per accontentate quattro giocatori.
Oltre alle facce per i dadi, i templi offrono ai giocatori anche delle carte. Tra gli effetti che queste possono avere ci sono un bonus immediato, un effetto continuo durante la partita e un effetto di rinforzo utilizzabile dopo il lancio dei dadi, tutti distinti con pratiche icone riconoscibili.
Con il focus sulla personalizzazione della propria coppia di dadi, in base alle risorse che riusciremo ad accumulare, Dice Forge non lascia tanto spazio all'interazione tra i giocatori. Solo alcune carte e le relative facce del dado avranno effetto sugli altri giocatori e, oltre questo, l'unica altra interazione è legata allo scacciare un eroe da un tempio.
Quando vogliamo acquistare una carta, dovremo spostare la pedina del nostro eroe sul tempio relativo. Se un eroe dovesse già essere presente nel tempio, questo viene "scacciato" e riposto nella zona iniziale e potrà rilanciare uno dei suoi dadi per una nuova risorsa.
Lo scacciare è uno dei motivi che giustifica il cambiamento del primo giocatore ad ogni turno, così come il numero limitato di carte e facce di dadi. Ovviamente, chi prima inizia ha maggiore scelta e può organizzare meglio la sua linea di gioco.
In base al numero di giocatori, il gioco termina dopo aver giocato un certo numero di turni, finiti i quali si procede al calcolo dei Punti Gloria per decretare il nuovo semidio. Gloria al vincitore e solo scherno per gli "eroi" sconfitti.
Sia il gioco che il calcolo dei punti sono piuttosto veloci, cosa che invoglia ad iniziare subito una nuova partita. Ad aiutare la preparazione del tavolo ci pensa la scatola, pensata per tenere tutto in ordine e a vista. Con le istruzioni che illustrano come riporre i materiali, di grande qualità, sarà un piacere aprire la scatola ed iniziare una partita in pochissimi minuti.
Se proprio bisogna trovare un aspetto negativo di Dice Forge e della sua organizzatissima scatola e plancia, non possiamo non parlare delle istruzioni.
Se non avete idea del da farsi e siete alla vostra prima partita, le istruzioni riusciranno a rendere poco chiaro e poco lineare quello che sarebbe un regolamento tra i più senplici da spiegare.
Almeno sono spiegate tutte le facce e tutte le carte a disposizione, una per una, in una sezione totalmente dedicata.
Dice Forge è quindi un gioco meravigliosamente realizzato, con componenti di qualità, una grafica bellissima, un tabellone organizzato e una scatola pensata per i giocatori e non solo per contenere il gioco. Facile da imparare e veloce da giocare, è un boardgame adatto anche ai neofiti o ai meno navigati... purché ci sia qualcuno a spiegare il regolamento.
Giocatori: 2 - 4;
Tempo: 45';
Età: 10 anni in su;
Editore: Libellud.
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