Grazie al santo Netflix che mi ha permesso di seguire in contemporanea l'intera serie, martedì ho finalmente gustato l'ultima puntata della terza stagione di Better Call Saul e ho ancora la pelle d'oca ripensando ad alcuni degli episodi più belli che questa serie ha offerto fino ad ora. Inutile dire che, nonostante la presenza di personaggi e rimandi a Breaking Bad, Better Call Saul ha una sua forte identità e non dipende assolutamente dalla più famosa serie di Vince Gilligan.
Una buona metà della terza stagione sarà quindi dedicata all'evoluzione del rapporto tra i fratelli e all'avanzare del loro scontro tra manipolazioni dei fatti e aiuti esterni. La cosa creerà diversi problemi per Jimmy e, infine, sarà costretto a danneggiare radicalmente la sua prospettiva lavorativa pur di dimostrare a se stesso di non essere il furbone combinaguai che il fratello ha sempre visto.
Mike non è stato affatto lasciato fuori dagli eventi, semplicemente ha le sue belle gatte da pelare mentre si aggiunge al cast l'abbondantemente anticipato Giancarlo Esposito nei panni di Gustavo Fring. Poco a poco, Mike verrà effettivamente messo da parte nella narrazione, ma l'attenzione sulla faida con i Salamanca si sposterà verso Nacho e lo stesso Gus.
Bisogna ammettere che l'introduzione di Gus è stata abbastanza naturale ma la sua presenza ha portato ad un certo numero di citazioni e alcune scene che non possono essere colte per chi non abbia già visto Breaking Bad. Per fortuna, queste sono comunque in numero contenuto e non rovinano affatto la visione di chi si è approcciato direttamente a Better Call Saul.
A parte questa precisazione da fare, la terza stagione di Better Call Saul ha proposto alcuni degli episodi più carichi di emozione dell'intera serie, con momenti di altissima regia in situazioni di innegabile tensione. Inutile ripetersi costantemente sulla bravura degli attori, il cast di questa serie è meravigliosamente perfetto e ognuno ha il suo giusto spazio durante i vari episodi.
Inoltre, come ci era stato promesso, abbiamo effettivamente assistito alla nascita di quello che sarà Saul Goodman, con tanto di ripetute dimostrazioni dell'abilità di manipolare persone e situazioni a proprio vantaggio.
Senza fare spoiler è difficile scendere nei dettagli e l'unica cosa che si può fare è ripetere quanto ogni aspetto di questa serie sia incredibilmente curato e quanto questa terza stagione abbia portato la guerra di Chuck e il suo personaggio ad uno sviluppo completo e definitivo. Quest'anno più che mai, la base è stata l'evoluzione dei personaggi e dei loro rapporti, arrivando a punti di rottura irreparabili.
Nulla da aggiungere. Better Call Saul continua ad essere una delle migliori serie tv in circolazione e questa terza stagione ne è la prova lampante. Dieci episodi in grado di catturare totalmente lo spettatore e portarlo a vivere l'intera storia assieme ai diversi personaggi, con una spinta tale che non mi meraviglierebbe se la serie si concludesse con la prossima stagione. Un prodotto del genere non può non essere apprezzato e consigliato.
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