Lunedì 23 sono andato a vedere Your Name (Kimi No na Wa.) al cinema, approfittando della sua presenza di tre giorni nelle sale. Tralasciando la solita polemica per cui abbiamo bisogno di distribuire film d'animazione giapponesi per adulti come eventi speciali, dove nemmeno tutta Italia è coperta, passiamo a vedere cosa ha di speciale questo nuovo lavoro di Makoto Shinkai.
Mitsuha e Taki sono due liceali coetanei (per ora diciamo così) che si ritrovano a svegliarsi, senza preavviso, l'uno nel corpo dell'altra. Dopo un'iniziale smarrimento, i due ragazzi sviluppano un sistema per poter comunicare e per raccontarsi quello che è accaduto nelle giornate in cui avviene lo scambio. Vivendo nella vita dell'altro con una frequenza di un paio di volte a settimana, i due non possono non finire con l'affezionarsi.
Il punto è che Mitsuha è quella che cercava a tutti i costi l'evasione dal suo paesino sperduto sui monti e dalla vita soffocante al centro dell'attenzione di tutti, mentre Taki si ritrova trascinato in un corpo femminile (sporcaccione!) senza effettivamente desiderare questa situazione. La motivazione del coinvolgimento di Taki è il suo legame inconsapevole con Mitsuha per via del filo rosso del destino, intrecciato nel tessuto del tempo tra le vite dei due ragazzi.
Ma perché non si telefonano? Che gli costa scambiarsi gli indirizzi? Prendono un treno e via, situazione risolta! Beh, no. La storia è un po' più complessa di quanto possa apparire all'inizio, ma si sviluppa abbastanza bene in un saliscendi di risate e magone e culmina in un finale decisamente soddisfacente.
La storia partorita del regista, adattata anche a romanzo, è interessante ma, diciamocelo, per quanto si impegni sempre nella scrittura di sceneggiature atipiche, l'elemento che più caratterizza Makoto Shinkai è il suo incredibile occhio per la fotografia del film e la strabiliante qualità delle ambientazioni dei suoi lavori.
Your Name non è assolutamente da meno e presenta luoghi vivi e reali, curati nei minimi dettagli e innalzati da splendidi colori e da effetti di luce impressionanti. Le musiche, per lo più ambientali, contribuiscono alla realtà delle situazioni mentre aiutano a distinguere le diversità.
Ancor più importante, i due luoghi principali della storia, Tokyo e il paese fittizio di Itomori, caratterizzano i personaggi offrendo l'idea di quale sia la loro vita e i loro problemi senza che questo debba essere spiegato, creando visivamente la contrapposizione delle due realtà di uno stesso Giappone.
Il film può essere facilmente diviso in due parti distinte, una prima di rassegnazione e stupore e una seconda di determinazione e impegno, fondamentalmente distinte dall'evento con qui si apre il film e dove tornerà verso il finale. Ovviamente, in aggiunta a queste due, c'è la parte conclusiva.
Mentre la prima parte ha tutta l'apparenza di uno slice of life, per preparare lo spettatore, la seconda ha un impronta più sovrannaturale, similmente a The Butterfly Effect, e spinge verso la conclusione poggiandosi sulle basi costruite. Della terza parte non posso parlare per non fare spoiler a chi non lo ha ancora visto.
Poco importa che si sia voluto inserire una sigla di apertura modello anime televisivo, sinceramente evitabile e poco appropriata, il film è sicuramente rivolto ad un'ampia fascia di pubblico. Sviscerando il tema della distanza, intesa in senso lato e applicata ad ogni aspetto della vita, Your Name coinvolge e cattura, facendoci affezionare ai personaggi e alla loro "relazione a distanza".
Con animazioni fluide, colori e luci stupendi, ambientazioni meravigliose e due personaggi con cui è facile empatizzare, Your Name si pone come il miglior lungometraggio di Makoto Shinkai, dove il regista è riuscito a esporre tutte le tematiche a lui care, proponendo un film in grado di intrattenere e sbalordire. Assolutamente consigliato, difficilmente arriverete in fondo alla visione senza che Your Name non vi lasci qualcosa... a meno che non siete privi di cuore e non avete vissuto una vita. Anche questa è una possibilità.
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