Proiettili d'argento - Le ragazzine stanno perdendo il controllo, la società le teme, la fine è azzurra

Questo post è slittato più del previsto nel mio barcamenarmi tra impegni e priorità ma non mi sono mai dimenticato di volerlo scrivere e, appena ne ho trovato il tempo, me ne sono occupato e, perché no, ho riletto ancora Le ragazzine stanno perdendo il controllo, la società le teme, la fine è azzurra. Titolo sempre molto breve, come Ratigher ci ha abituato, ma estremamente significativo se non perfettamente rappresentativo dell'intero graphic novel. Avendo scoperto Ratigher di recente, con c'è stato verso di recuperare la copia cartacea della storia ma, per fortuna, è possibile scaricare gratuitamente la versione digitale (link nel post). Va bene, ma che cos'è? Di che stiamo parlando? Vi accontento subito.

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Le ragazzine stanno perdendo il controllo, la società le teme, la fine è azzurra è l'ultima fatica (2014) in termini di graphic novel di Ratigher, alias Francesco D’Erminio, già autore di Trama, il peso di una testa mozzata, e membro di quello che era il collettivo Superamici. L'estrema particolarità che ha etichettato questo romanzo a fumetti è stato l'approccio di stampa e vendita Ora o mai ideato dallo stesso autore per spingere su una maggiore sostenibilità della produzione fumettistica: non verranno mai ristampate copie cartacee di Le ragazzine stanno perdendo il controllo oltre quelle della prima edizione, la stampa è stata limitata in numero agli acquisti e ai preordini (una parte dei quali commissionati da Saldapress e Grzzztic Edizioni, ormai esauriti) e il graphic novel è stato reso disponibile gratuitamente in copia digitale. Sui motivi che hanno spinto Ratigher a questo approccio se ne è parlato eccessivamente, portando il suo lavoro in secondo piano, quindi potete trovare tutte le informazioni riguardanti navigando nel web mentre io, in questo post, non aggiungerò altro.

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Parlando del romanzo a fumetti, Le ragazzine stanno perdendo il controllo è diviso in tre parti e ci racconta la storia di Castracani e Motta, due amiche inseparabili con la passione per le analisi cliniche. Lontane dall'essere definibili integrate, le due ragazze vivono la loro adolescenza facendo quello che le fa sentire vive, indipendentemente da quello che pensano i loro coetanei o da quello che la società reputa normale, consapevoli della loro passione. Non passa molto tempo prima che le due esagerino fino a spingersi troppo in là e, in questo modo, passare di fatto il controllo delle loro vite ai loro genitori che non esitano un istante a separarle, sperando per loro un futuro più roseo. Dalla seconda parte seguiamo quindi l'evoluzione della vita di Motta senza l'influenza della sua folle amica mentre si lascia in qualche modo assorbire dalla monotona normalità fino a che non ritrova un simbolo, un segno lasciato dall'unica persona con cui abbia effettivamente legato, che la guida e ci guida verso l'inatteso finale, ovviamente azzurro. We are not girls. We are silver bullets for your middle-class brains.

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Questa volta non siamo alle prese con situazioni fuori dall'ordinario ma con la normalità e non per questo l'ambientazione è meno spaventosa che in Trama. Quella che diventerà per Motta la passione per la medicina nasce come un tentativo di evasione dal grigio vivere di due ragazzine complici e felicemente incomprese. Il continuo sottoporsi ad esami, il marinare la scuola, il muoversi fuori dalla massa è il loro modo di provare emozioni, di sentire la realtà sulla loro pelle e di cancellare quella che, per loro, è troppo piatta. La scelta di realizzare questo volume a colori aiuta molto Ratigher ad esprimere questo concetto e a sottolinearlo ulteriormente prendendo in prestito da Trama l'espediente del Flash Forward, qui usato un'unica volta in una tavola retinata con un solo particolare a colori, ambientata in quello che sarà il normale futuro di Motta. La narrazione scorre piuttosto veloce con il procedere delle tavole e mentre lo stile è rimasto praticamente lo stesso rispetto al lavoro precedente, seppur affinato e in un certo senso ancora violento e volutamente imbruttito, è proprio l'uso del colore ad avermi piacevolmente sorpreso: non solo si sposa decisamente bene con la storia e con la sua trattazione, ma è anche ben realizzato, sicuramente apprezzabile e a tratti accattivante.

L'impressione generale è quella di un'opera davvero ben studiata e realizzata ancora meglio, priva di fronzoli e inutili abbellimenti ma concentrata sul suo messaggio e sulla sua narrazione. Le ragazzine stanno perdendo il controllo, la società le teme, la fine è azzurra è davvero un bel lavoro, apprezzabile per più di un motivo e piacevolmente differente dal normale universo fumettistico, caratterizzato da un titolo perfettamente calzante anche se, ancora una volta, non esattamente conciso. Sicuramente da leggere almeno una volta, se non due.

Ps: vi lascio il trailer realizzato per la campagna di lancio.

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