Mantenersi in vita sul pianeta rosso - The Martian "Sopravvissuto"

Con i biglietti del cinema scontati in questa settimana, ne ho approfittato per fare una cosa che ormai non riesco più a fare molto spesso: godermi un film in sala. Il motivo per cui il cinema non mi attira più molto non è solo il prezzo del biglietto ma anche il fatto che non ci sia nessun film che mi intrighi o mi interessi realmente ma, per mia fortuna, questa volta ho scelto io film giusto. Mi sono così trovato a vedere The Martian (o per gli italiani Sopravvissuto) e non posso non dire che il mio apprezzamento per Matt Damon continui ad aumentare dopo ogni film.

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L'equipaggio di Ares 3, su Marte per una missione di recupero e studio di materiali del pianeta, viene sorpreso da una tempesta dalla violenza superiore alle aspettative. Costretti ad abbandonare il pianeta per non correre rischi inutili, vengono separati da Mark Watney che, scomparso nella tempesta per via di un incidente, viene dato per morto per via di riscontrate lesioni alla sua tuta spaziale.

Mark viene quindi abbandonato sul pianeta rosso dai suoi compagni che ignorano il fatto che sia ferito ma vivo. Il botanico, impossibilitato nel contattare la NASA o chiunque altro, si da inizialmente per spacciato iniziando a registrare le sue riflessioni per un futuro ritrovamento per poi ritrovare la determinazione necessaria ad ingegnarsi per sopravvivere fino all'arrivo della prossima spedizione, prevista non prima di quattro anni e, ovviamente, non nello stesso punto del pianeta.

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Senza entrare troppo nello specifico delle vicende, il film si sviluppa partendo da questa premessa e lo fa cercando di mantenere in ogni momento una plausibilità scientifica.

Detto chiaramente, è una pellicola di fantascienza che cerca di mettere l'accento sulla parte scientifica / tecnica / matematica più che sulla parte fantastica: siamo normalmente abituati a film ambientati ad almeno mille anni dalla data attuale che sviluppano trame che ci sembrano semplicemente impossibili mentre, questa volta, abbiamo sullo schermo una paura insita in ognuno di noi rappresentata in un futuro assimilabile al presente. Ma non abbiate paura di trovarvi di fronte ad un qualcosa di pesante o incomprensibile perché The Martian è un film che si prende sul serio quando è il caso di farlo ma nelle altre scene si presenta come simpatico e tragicomico, guidato dall'approccio di Mark ai suoi problemi che rispecchia il modo di fare di tutti noi.

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Articolandosi sulla Terra oltre che su Marte, non assistiamo solo al disperato ingegno del protagonista, ma seguiamo le vicende anche da altri punti di vista legati ai vari personaggi presenti alla NASA e ai compagni di spedizione di Mark, ormai sulla via del ritorno.

Questo tipo di approccio ha permesso di mantenere un'atmosfera relativamente leggera anziché trasformare il film in un'opprimente lotta per la vita. Inoltre, non si può non citare la citazione sul Signore degli anelli e non riderne considerando la presenza di Sean Bean (no, non muore). Davvero nulla da dire sul cast di attori, semplicemente perfetto, o sulla regia del film, davvero ben realizzata e con un bel taglio per le scene, mentre si sarebbe potuto migliorare la sceneggiatura: nulla di grave, per carità, ma avrei comunque cercato di abbassare la durata del film, magari eliminando un paio di "complicazioni" dalla già catastrofica situazione dei protagonisti. Particolare è, invece, il discorso per la colonna sonora, scandita da pezzi anni '80 per via della personale playlist del capitano della spedizione, salvata sul suo computer e rimasta a disposizione del povero disperso, non esattamente amante del genere.

Tratto dal romanzo L'uomo di Marte di Andy Weir, scritto da Drew Goddard e diretto da Ridley Scott, The Martian è un film che non solo ha rafforzato la mia stima per Matt Damon ma mi ha fatto ritrovare fiducia nel regista dopo il voltastomaco causatomi da Prometheus. Forse un po' lungo nel complesso ma sicuramente interessante, simpatico e geek più che mai. Sicuramente da vedere.

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