Da grande amante dell Tower Defence, ho ovviamente giocato a Plants vs Zombies per PC e, quando è stato regalato da EA tramite Origins, sono stato l'omino più felice della terra e l'ho rigiocato da cima a fondo. Poi è venuto il tempo di Plants vs Zombies 2: It's About Time per dispositivi mobile e mi sono trovato prima a farci qualche partita occasionale su smartphone altrui per poi giocarlo appassionatamente quando ne ho avuto i mezzi. La mia impressione è che il titolo è l'unica cosa ad essere ispirata e vi spiego perché.
Fun Fact prima di tutto: il sottotitolo, It's About Time, sta ad indicare sia il fatto che PvZ2 sia effettivamente un gioco con la parte narrativa basata sui viaggi nel tempo ma, soprattutto, il fatto che il sequel sia stato rilasciato ben quattro anni dopo il suo predecessore, mentre i fan della serie avevano quasi perso le speranze. È possibile tradurre, infatti, It's About Time letteralmente come "È sul Tempo" o come "Era ora!". Ma come? Narrativa? Viaggi nel tempo? Ma il mio cortile di casa? Non vi spaventate, Plants vs Zombies non è diventato un complicatissimo gioco di ruolo fantascientifico, ma solo un free to play che necessitava una scusa per giustificare il level design e le meccaniche diversificate nei diversi mondi proposti (capito Lara?).
In questo nuovo capitolo, Dave il Pazzo ha ci porterà a spasso per le ere con il suo camper Penny alla ricerca di un Taco che ha mangiato e che vorrebbe tanto riassaporare: durante questi viaggi, ci ritroveremo a difendere il nostro giardino, mutato in base al periodo storico, da orde di zombie, mutate anche esse, secondo le care vecchie meccaniche riprese da PvZ. Durante le varie ere avremo a disposizione l'elenco dei livelli giocabili e ci sarà data la possibilità di rigiocare uno qualsiasi di questi una volta sbloccato, al contrario del primo titolo. Inoltre, ogni era avrà la sua modalità sopravvivenza infinita, sbloccabile una volta completata circa metà mappa. Ancora, a differenza del titolo precedente, PvZ2 introduce nuove e sfiziosissime piante, nuovi pericolosi zombie e aggiunge la meccanica potenziamento (che permette alle piante attivare particolari effetti se trattate con il ricostituente) e la meccanica magia (consumando monete è possibile attivare magie offensive per fermare zombie un po' troppo pericolosi).
Tutto fantastico allora, no? Beh, no. PvZ2 è un Freemium a tutti gli effetti. Innanzi tutto abbiamo a disposizione due valute distinte con funzioni diverse, entrambe acquistabili con valuta reale o acquisibili durante il gioco (ma con molta difficoltà), le piante più potenti, tra cui alcune di quelle viste in PvZ, sono sbloccabili sono tramite valuta reale, il potenziamento per le piante può essere attivato tramite il Giardino Zen (completamente snaturato) attendendo e connettendosi spesso o pagando, la modalità Piñata Party è chiaramente pensata per spingere al log in giornaliero, è possibile sbloccare dei bonus per semplificare il gioco solo pagando e, nel complesso, le modalità storia, sopravvivenza e spacca vasi hanno un livello di difficoltà estremamente alto, tanto da rendere alcuni livelli semplicemente impossibili per un giocatore che non vuole scucire soldoni.
Non fraintendete, un livello di difficoltà elevato e ben bilanciato è una cosa rara di questi tempi e di certo non è una pecca trovarsi ad affrontare vere sfide, ma qui stiamo parlando di level designer brillanti che hanno dimostrato un bel talento nel primo titolo e che nel secondo si sono piegati alla ricerca del guadagno. Credetemi se vi dico che, ad un certo punto, il gioco si ridurrà a guardare pubblicità per guadagnare soldi da poter spendere in magie durante i livelli più difficili e non si tratta assolutamente di mancanza di strategia da parte dell'utente medio: se esiste la possibilità di superare qualsiasi livello senza la necessità di piantare nemmeno una pianta ma semplicemente usando magie offensive, fidatevi che c'è qualcosa che non va.
Ci sarebbe tanto altro da aggiungere alla lista dei difetti e poche parole da spendere ancora per i pregi quindi preferisco fermarmi qui. Per me, Plants vs Zombies 2: It's About Time è uno scivolone terribile per i Pop Cap (ormai EA) che sono passati da creare un gioco divertente, abbastanza difficile e mediamente strategico ad un gioco simpatico ma pensato per spremere soldi, con grossi difetti a livello di gameplay che tornano utili alla logica del guadagno. Probabilmente sarà anche uno dei migliori giochi per mobile e forse sarà anche uno tra i più remunerativi (anche se impallidisce dinanzi ai signori dei Freemium) ma è proprio la logica di sviluppo ad essere sbagliata. Plants vs Zombies resta il mio preferito, una perla realizzata da una casa promettente che non sa cosa significhi la parola promessa.
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