Kids on the Slope - Sakamichi no Apollon

In questo periodo un po' asfissiante non sono riuscito per svariati motivi ad occuparmi di qualcosa di nuovo, così sono andato a pescare tra le vecchie serie che ho adorato e di cui non avevo parlato (perché ancora non scrivevo su questo blog) e ne ho recuperate un paio. Sakamichi no Apollon è la prima. Potreste aver visto, non troppo recentemente, il manga di questa serie edito da Planet Manga con il titolo di "Jammin' Apollon"... no, non si sono sbagliati, l'intenzione di non tradurre ma di inventare c'era tutta. Mettendo da parte i soliti discorsi, passiamo alla serie.

Sakamichi no Apollon poster cover




Sakamichi no Apollon Kaoru Sentarō Ritsuko
Kaoru Nishimi si è appena trasferito in una nuova scuola per problemi di famiglia, costretto a vivere con la zia e la cugina str***a, dove fa la conoscenza della dolce e gentile Ritsuko che si incarica di mostrargli l'edificio. Durante la visita, Kaoru viene colto da un suo solito attacco di panico e corre verso l'unico posto che riesce a calmarlo, il tetto, ed è qui che incontra, complice una porta chiusa a chiave, Sentarō, violento teppista tenuto alla larga da tutti. Non ci vuole molto tempo per scoprire che Sentarō non è malvagio come lo disegnano e l'unica a trattarlo con il giusto rispetto è Ritsuko, sua amica d'infanzia. Quando la ragazza scopre che Kaoru sa suonare il pianoforte, lo obbliga a seguirla a casa sua: così il novellino si ritrova nello scantinato di un negozio di vinili a suonare jazz con Sentarō alla batteria e a sperimentare un nuovo tipo di gioia che non aveva mai provato.

Sakamichi no Apollon Kaoru Mariko cugina zia
Sakamichi no Apollon è un manga, ambientato negli anni '60, sull'amicizia e sull'adolescenza di un gruppo di ragazzi, ognuno con i suoi seri problemi e con un passato a tormentarli. Pubblicato dal 2007 al 2012, ha vinto il premio Shogakukan per i manga che li ha garantito la realizzazione della serie di 12 episodi con sottotitolo Kids on the Slope (ancora lontani dalla traduzione giusta, ma sicuramente più vicini di quella nostrana). Mi sono interessato molto a questo anime da quando vidi il primo trailer diffuso che mi colpì con animazioni fluide e con un design dei personaggi estremamente piacevole. Una volta prodotta, la serie si è rivelata davvero ben fatta: la mia impressione sulle animazioni è stata confermata dal prodotto finale, che può vantare episodi interessanti e ben realizzati, una colonna sonora invidiabile (ad opera di Yoko Kanno, già compositrice per Cowboy Bebop) e una struttura non ripetitiva. Per quanto riguarda la trama, essendo questo uno slice of life, non ne è presente una vera e propria ma ci troveremo a seguire le vicende dei protagonisti, a scoprire cosa turba le loro vite e ad attendere un lieto fine che non è detto che si realizzi. Unica pecca che mi sento di indicare, oltre le sigle un po' fuori tema (ci sarebbe stato bene qualcosa di più jazz), è il finale aperto, raggiunto quasi all'improvviso e che poco ci racconta su come sono andati avanti i protagonisti se non una mera foto del loro futuro, ma questi sono i problemi legati ai fumetti serializzati su cui non ci si può far nulla.

Rivisto oggi, Sakamichi no Apollon si conferma una piccola perla dell'animazione giapponese, con animazioni invidiabili e con personaggi profondi e ben realizzati, sia a livello psicologico che a livello fisico. Con in design semplice e lontano dalle esagerazioni e le volgarità attualmente in voga e con una storia di sentimenti e vite da tenere in piedi, mi sento sicuramente di consigliarlo a chi sia alla ricerca di qualcosa di un po' più particolare della norma.

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