Recuperati al Romics e finiti di leggere da poco, i tre volumi della seconda serie di
Magic Knight Rayearth cercano di riportarci nel mondo affascinante di Cefiro per una seconda avventura. Questa volta, però, manca l'atmosfera della prima serie e quel senso di fatalità e maturità a cui eravamo abituati. Tenendo presente che parlerò del manga e non della serie animata, come già fatto per la
prima serie, cerchiamo di capire cosa succede in questa nuova avventura dei cavalieri magici.
Le nostre tre eroine, nonostante siano distrutte e tormentate dagli avvenimenti e dalle scelte che sono state costrette a fare nel loro primo viaggio su Cefiro, sono rimaste in buoni rapporti e continuano a frequentarsi. Trovatesi sulla Tokyo Tower, vengono nuovamente richiamate su Cefiro, pianeta che stentano a riconoscere per via di mutamenti imposti dal caos dovuto alla mancanza della colonna portante. Nell'ultimo baluardo di pace, il palazzo reale, sono riunite tutte le loro vecchie conoscenze, intenti a cercare una soluzione al problema. Ma ecco che tre diversi pianeti, piccoli e con storie strappalacrime (quasi tutti almeno), cercano di invadere Cefiro per instaurare una loro colonna portante e ottenere il controllo del mondo di volontà. Questo risolve tutto, no? Lasciamo che uno di loro si sacrifichi e il nostro mondo tornerà ad essere bellissimo, giusto? SBAGLIATO! Troppo facile! Non può essere un estraneo a controllare Cefiro... e, ora che mi ci fate pensare, forse l'intero sistema della colonna portante è sbagliato... ma come fare...
Ecco, la trama è più o meno questa. Diciamo anche che la trama è tutta qui, visto che, nei tre volumi in cui è articolata questa serie, non accade assolutamente nulla. Ogni singolo capitolo è del tipo "Ci stanno invadendo, andiamo a fermarli! Ma siamo deboli e usano cose strane per combattere.. oh, ma guarda, si sono stancati e hanno interrotto l'attacco. Ottimo!" senza particolari sviluppi a livello di trama se non per varie storie d'amore portate avanti, tanto per aggiungere un tocco di romanticismo. I combattimenti sono noiosi, nonostante l'arrivo di nuovi mecha e di invasori dotati di una volontà oltre ogni scala conosciuta, l'ambientazione manca di fascino e la storia è scontata e ci sbatte in faccia il finale praticamente da subito. Non a caso, la frase più ripetuta è "solo qualcuno con una volontà incrollabile potrebbe farlo" e subito dopo Hikaru ci riesce senza grandi problemi. Non vogliamo estranei al comando, però una ragazzina della terrestre può andar bene. In fondo, con l'ultima ragazzina non è mica arrivata la fine del mondo!
Per concludere al meglio un sequel che non ha davvero nulla da offrire, scopriamo l'identità di Mokona, scopriamo che la prova per diventare colonna portante non è altro che una death battle da svolgere rigorosamente sulla Terra, e scopriamo che la colonna portante stessa può cambiare l'intero sistema che la lega ad una misera vita di preghiera semplicemente volendolo... nessuno poteva avvisare Emeraude? Davvero, bastava che lo volesse e avrebbe potuto lasciare il suo posto, per poter stare con l'amore della sua vita, senza che Cefiro subisse alcuna conseguenza! Oltre il finale davvero sotto tono, le Clamp hanno ben pensato di condire il tutto con riferimenti al creatore e alla lingua inglese, come se nel mondo ci fossero solo anglofoni e come se fossero presenti sul pianeta dall'alba dei tempi, portando il lettore all'esasperazione. Ciliegina sulla torta, dopo le varie storie d'amore coronate e dopo una strana proposta di Hikaru per una cosa a tre, in ultima pagina le Clamp ci chiedono di dare un nome a questo loro nuovo mondo che andava lasciato cuocere ancora un po'. Cefiro, pur essendo il mondo della volontà, era anche il mondo logico e del buon senso e non ha nulla a cui vedere con il nuovo mondo, che merita di diritto il nome di Taralluzzi&Vino.
Nessun commento:
Posta un commento