Un fiume in piena da una goccia di inchiostro - Habibi di Craig Thompson

Ho da poco finito di leggere Habibi di Craig Thompson, gentilmente prestatomi dalla mia dolce fanciulla, e credo sia necessario parlarne. Sin da quando si ha tra le mani la splendida edizione della Rizzoli Lizard, si ha la consapevolezza di star leggendo qualcosa di importante e nulla, in tutto il romanzo, cerca di smentirci. Allora, come mai Craig Thompson è conosciuto solo da pochi lettori? E come mai Habibi non sempre piace?

Habibi Craig Thompson poster cover




Habibi Craig Thompson Dodola Zam
Partendo dal titolo, Habibi è arabo e significa letteralmente "mio amato". La storia ci porta a conoscere Dodola, una bambina venduta in sposa dai genitori in difficoltà economiche, e Zam, bambino figlio di una schiava a cui Dodola salva la vita. Il profondo affetto che lega i due protagonisti fungerà da scintilla e cornice per la storia che, come un fiume in piena, si propagherà sulle pagine del volume, fino ad arrivare ad una dolce eppur amara conclusione. Il mondo in cui Habibi è ambientato è palesemente mediorientale, per quanto lo scrittore si sia sforzato di sottolineare che fisicamente sia frutto della sua fantasia, e cerca di mostrare nel modo più imparziale possibile, quello che è stato il risultato delle ricerche di Thompson sulla cultura e sul mondo islamico. I temi trattati non si limitano all'amore nella sua forma più protettiva, ma si estendono in diverse direzioni e offrono sempre spunti di riflessione.

Habibi Craig Thompson tavola calligrafia
Il fatto stesso che un americano si sia interessato e abbia lavorato sulla cultura islamica è stato oggetto di forte critica e ha spinto in una strana penombra questa opera. Per quanto mi riguarda, ho trovato estremamente interessante il lavoro di Thompson, soprattutto il suo sforzo di mostrare i punti di contatto tra la religione mussulmana e cristiana, raccontando estratti dal Corano e dalla Bibbia. In Habibi non mancano anche storie tratte da Le mille e una notte, con cui Dodola calma e istruisce Zam, ma il vero nodo centrale, culturalmente parlando, e la scrittura. Tramite la scrittura araba, Thompson racconta la religione, la cultura, l'alchimia ed approfondisce i temi che la storia ci propone, mettendo a nudo l'anima dei suoi protagonisti e della cultura moderna comparandola alle antiche usanze. In particolare, il suo lavoro sulla scrittura è stato aspramente criticato, ma io l'ho trovato interessante e piacevole nella mia ignoranza dell'argomento.

Habibi Craig Thompson Adam
Stilisticamente parlando, Habibi è una meraviglia, una magnifica e possente opera colma di rifiniture e particolari: ogni tavola si presenta come una vera opera d'arte, narrando la sua parte di storia tra apprensione e meraviglia. Craig Thompson ha decisamente il dono della narrazione e le sue pagine mantengono il lettore incollato al volume in una lettura febbrile, spingendolo nell'andare avanti tra voglia di sapere, di conoscere, e la necessità di nutrirsi di stupore. L'opera, che nelle sue seicento pagine non può essere definita altrimenti, si snoda, si divide e si ricongiunge in storie proprio come un fiume, portatore d'acqua, tanto in tema con la narrazione stessa.

Per quanto mi sia dilungato, ho cercato di non raccontare nessun avvenimento della storia in se, per lasciare il piacere della lettura e della scoperta a chiunque si creda abbastanza maturo da poterla intraprendere. Personalmente ho amato Habibi e sono stato ben felice di conoscere Craig Thompson attraverso questa graphic novel. Credo che dovrebbe essere tenuta un po' più in considerazione, al pari di Maus o Watchmen, per quanto possa piacere o meno. Per quanto il gusto resta soggettivo, ci sono opere che andrebbero lette.

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