Se vi chiedessi qual è stato il primo lavoro su Lupin III ad approdare al cinema cosa mi rispondereste? Il castello di Cagliostro? Be', non è così. Prima del capolavoro di Miyazaki è stato realizzato un altro lungometraggio, sull'onda del successo della prima serie. La pietra della saggezza, cui titolo originale è Lupin contro il clone, è lo sconosciuto lavoro prodotto dallo studio che produceva la serie ed è il lungometraggio meno considerato sul ladro dalla giacca rossa. Se non lo conoscete, ritenetevi fortunati.
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Io sono il conte Perversione! |
In questa storia inedita, Lupin si trova a doversi scontrare e salvare dai continui attacchi di un misterioso uomo di nome Mamoo, che si è servito di Fujiko per recuperare la pietra della saggezza, custode dei segreti sull'immortalità. Il film si presenta, sulla carta, come un'opera più vicina alla fantascienza classica che alle solite avventure trattate nella serie e promette un'enorme quantità di colpi di scena e di informazioni mai date prima sui personaggi protagonisti (come l'esistenza di una figlia di Zenigata o una dichiarazione d'amore di Fujiko a Lupin). Ma tutta questa meravigliosa storia muore ancor prima di arrivare allo spettatore: il film è lento e sembra più un'accozzaglia di scene montate a caso che un lungometraggio pensato come tale mentre i personaggi sono particolarmente piatti, ad eccezione di Lupin che è trattato al limite della decenza, puntando soprattutto a gonfiare il più possibile il suo lato da maniaco sessuale tralasciando quello da gentiluomo.
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Optimus, sei tu? |
La trama inizia a svilupparsi tardi, mentre lo spettatore viene preso a schiaffi dai continui cambi di scena, e si perde in violenza e pornografia senza che fossero necessarie o richieste. Ora, sappiamo tutti che Fujiko è inserita nei film fondamentalmente solo per mostrarci culo e poppe ogni due per tre, oltre che per giocare ovviamente Lupin, ma La pietra della saggezza insulta la nostra intelligenza. Oltre alle evidenti lacune a livello di direzione e montaggio, il lungometraggio risulta inguardabile anche a livello di animazioni e character design: mentre gli sfondi sono relativamente ben curati, i personaggi sono disegnati in maniera pessima, molto spesso senza collo o con la testa affondata nel petto per dar risalto a spalle enormi, con visi e posture più distorti del solito e con movimenti meccanici ed estremamente poco fluidi. Le scene di inseguimenti e sparatorie, classiche della serie, sono realizzate male e sono esagerate oltre ogni possibile tolleranza (come quando Lupin, Jigen e Goemon sono inseguiti da Optimus Prime e si salvano guidando la macchina su un guard rail sospeso nel vuoto per poi passare sotto al rimorchio indenni per prendere la prima uscita verso OvunqueMaNonQui) lasciando lo spettatore perplesso e sconcertato.
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Io sono ... ... ... Mamoooooo. |
Passando al comparto audio, non mi dilungo sulla colonna sonora, praticamente riciclata per intero dalla serie, ma vorrei spendere due parole sul doppiaggio: The secret of Mamo (ennesimo titolo dato al film, in occasione del suo ultimo rimaneggiamento italiano) è stato più volte tagliato ed adattato, un po' per le scene di nudo senza senso (che ovviamente non potevano sopravvivere alla censura di Mediaset) un po' per i dialoghi e i riferimenti alla cultura e al cibo giapponese (anche questi tagliati inizialmente dalla suddetta censura). Nelle quattro diverse versioni doppiate del film, l'ultima è quella più fedele, se così si può dire, al lavoro originale: mentre le scene di nudo sono state reintrodotte a dispetto dei precedenti tagli, i dialoghi continuano a presentare strani passaggi non troppo sensati, un po' per colpa della sceneggiatura originale e un po' per le strane traduzioni tutte nostrane. L'unica nota positiva è il nome di Fujiko, lasciato così com'è e non tradotto in Margot (cercate le traduzioni dei nomi nelle altre versioni europee e preparatevi a chiedervi "why?").
In definitiva,
La pietra della saggezza è un film brutto, lungo, lento, noioso e privo di particolari in grado di salvarlo sotto qualsivoglia aspetto. Certo, la trama è atipica e potenzialmente interessante, ma è gestita e narrata talmente male da finire travolta e seppellita sotto l'enormità di difetti di questa produzione. E pensare che solamente un anno dopo è arrivato nei cinema
Il castello di Cagliostro, di gran lunga superiore sotto ogni aspetto.
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