In questi caldi pomeriggi estivi mi sono riproposto di recuperare un po' di film che mi hanno incuriosito e che non ero ancora riuscito a vedere. Oggi inizio con Paprika, adattamento cinematografico di Satoshi Kon (regista da me tanto apprezzato per Perfect Blue) e della Mad House del romanzo di Yasutaka Tsutsui, famoso scrittore fantascientifico nipponico. Sarà questo film d'animazione al pari dei precedenti di questo folle regista? Scopriamolo!
In un futuro prossimo, un brillante ma sovrappeso scienziato è stato in grado di inventare un apparecchio, il DC Mini, con cui è possibile entrare nei sogni delle persone. Questa tecnologia è sotto test da parte di un equipe di psicoterapeuti, convinti della possibilità di curare pazienti tramite il loro subconscio, ed è utilizzata già sul campo da Paprika, una strana ragazza dedita alla psicoterapia. Prima che fosse possibile impostare i relativi filtri sui DC Mini, questi vengono rubati ed usati da uno sconosciuto allo scopo di governare i sogni delle persone, causandone di contro un completo crollo psicologico o un coma duraturo. In questo scenario, la dottoressa Atsuko Chiba cercherà di scoprire chi si nasconda dietro il furto e l'utilizzo della pericolosa tecnologia e, con l'aiuto di diverse persone più o meno fidate e conosciute, si troverà ad avere a che fare con un mondo in cui non si ha mai la certezza se si tratti della realtà o solo di un sogno.
Paprika è stato adattato per il cinema da Satoshi Kon su esplicita richiesta di Yasutaka Tsutsui, rimasto piacevolmente impressionato dopo aver visto Millennium Actress, e il regista è riuscito a produrre uno psyco thriller da far esplodere la testa: gli spettatori per primi, oltre che i protagonisti dell'animazione, non riescono a distinguere la realtà dal sogno e si sentono catapultati in un mondo surreale e in continua discussione, dove strano e stravagante non sono che la normalità. La trama tende a complicarsi velocemente, senza che sia lasciato tempo e modo allo spettatore di capire quello che sta succedendo mentre lo si obbliga a chiedersi quanto di quello che sta vedendo stia accadendo realmente. In realtà, tutto quello che viene mostrato, accade, anche se solo nella testa di uno dei protagonisti. La tensione viene mantenuta alta grazie alla difficoltà nel distinguere le frasi e gli avvenimenti importanti da quelli relativi o secondari mentre il caso tende a complicarsi subito dopo aver preso forma. Sinceramente, trovo Paprika un film estremamente vicino ai lavori di Philip K. Dick anche se privo della chiarezza di questo scrittore americano.
A parte la particolarità e il ritmo della trama, che o si ama o si odia dal profondo del cuore, il lungometraggio presenta delle animazioni ben realizzate, fluide e sgargianti, come ci si aspetta dalla Mad House. I personaggi si muovono in maniera fluida e naturale, il loro design è particolare ma mai eccessivo o volgare e gli ambienti e gli sfondi rispecchiano sia le opprimenti metropoli che i viaggi onirici. Il tripudio visivo è accompagnato da una colonna sonora a tratti splendida e allegra, a tratti cupa e angosciante, degna controparte di un film così particolare. Per quanto riguarda il doppiaggio, ho visto il film in italiano (con buona pace dei puristi della lingua originale) e mi sento di dire che su questo film è stato fatto un bel lavoro.
Su Paprika non è possibile aggiungere altro: un viaggio di questo tipo non può essere spiegato, ma può solo essere vissuto. La complessità e lo sviluppo della storia possono piacere o meno, molto dipende dai gusti personali per questo genere di opere, ma graficamente non si può non apprezzare questo fantastico lavoro. Provate a vederlo, potreste scoprire un mondo a voi sconosciuto.
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