Ezechiele 25:17 - Pulp Fiction

La combinazione "festa del cinema" e "ventesimo anniversario di Pulp Fiction" mi ha trascinato a comprare due biglietti per lo spettacolo delle 21:15 del mio film preferito di quel pazzo di Quentin Tarantino. Non avendo mai potuto vederlo sul grande schermo, sono stato ben felice di indossare la mia maglia di Vincent e Jules in formato Lego e sborsare 3 euro (tre euro!) a biglietto. Con mia somma meraviglia, scopro che al film è stata riservata la sala più grande del cinema e che, a fine serata, la suddetta è stata totalmente occupata. Sarà stato il prezzo del biglietto o l'occasione particolare, ma io non ricordo una pari quantità di spettatori in nessuna nuova uscita. Poniamoci delle domande.

Pulp Fiction poster cover




Pulp Fiction Vincent Jules caffè
Pulp Fiction ci narra gli eventi legati agli affari di Marsellus Wallace, divisi in tre parti fondamentali: il recupero della valigetta di Marsellus, di cui sono incaricati Vincent e Jules, l'incontro truccato di boxe che Butch deve perdere, la conseguente "disavventura" del pugile e di Marsellus e la storia dell'orologio, e la povera e sola Mia Wallace e la sua uscita con Vincent, a cui Marsellus chiede di tenerle compagnia mentre lui è via. Tutti questi eventi non sono proposti cronologicamente, ma narrati attraverso capitoli ricchi di particolari e discorsi quasi non-sense tra i personaggi. Infatti, il film inizia e finisce con la stessa scena (A colazione), con il compito inizialmente di anticipare il tema e il tono del film e successivamente di dare una conclusione agli eventi messi in moto.

Pulp Fiction Butch katana
Per quanto possa essere un film crudo e violento, in pieno stile Tarantino, Pulp Finction non si tira indietro in quanto a scene folli e surreali, battute quasi assurde e discorsi slegati dalla trama, il tutto allo scopo di rendere al meglio i personaggi e portarli fuori dallo schermo, in quella che è la vita vera. Seri quando necessario, reali e fuori di testa per tutto il tempo. Non manca il solito cameo dello stesso regista, sua abitudine intramontabile, che in questo film si ritaglia una buona fetta di tempo in una parte marginale ma necessaria. Oltre che nella sua comparsata, la mano di Tarantino si mostra in quella attenzione maniacale ai dettagli che contornano ogni dialogo, ogni ambientazione e ogni personaggio, e nel ritmo della narrazione che, malgrado le due ore e mezza di film, mantiene l'atmosfera generale rilassata senza mai appesantirla e nei suoi effetti personali usati come oggetti di scena.

Pulp Fiction Vincent lettura sulla tazza
Merito del successo di questo capolavoro è assolutamente da attribuire anche al fantastico cast di attori reclutato: da Travolta a Willis, da Jackson alla Thurman, tutti gli attori sono fantastici, vestono alla perfezione i panni dei loro personaggi e creano l'illusione di assistere ad eventi reali. Mi sento in dovere di lodare il lavoro di Claudio Sorrentino nel doppiaggio di Vincent Vega, decisamente meraviglioso e adatto sia al personaggio che agli eventi. Da non dimenticare le innumerevoli scene diventate cult senza tempo: Jules che recita il suo passo della Bibbia (passo non reale, sappiatelo), Mia e Vincent che ballano il twist al Jack Rabbit Slim's, il "Brutto Figlio di Puttana" di Jules e il "Zed è morto" di Butch sono solo una piccola lista di tutte quelle parti che vi ritroverete a sentir citare e a ricordare continuamente. Ispirata anche la colonna sonora, perfettamente in linea con quelli che, ormai, sono i bei tempi andati, e magnifici anche i personaggi secondari che, per un motivo o per un altro, mantengono ruoli fortemente marginali pur ostentando un'ottima caratterizzazione. 

Per concludere, Pulp Fiction resta una pietra miliare del cinema, meravigliosamente pieno di citazioni e di curiosità da scoprire, capolavoro di un regista all'epoca trentenne e pieno di idee e voglia di fare (bene). Un film che va visto, va consigliato e va fatto vedere a chiunque, magari bambini esclusi, tenendo sempre presente la sua importanza e la sua influenza su quello che era ed è il cinema e sulle generazioni di spettatori che lo portano sempre dentro di se.

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