Come sempre, ci sono un bel po' di romanzi che mancano alle mie letture e che da tempo mi rimprovero per non aver ancora recuperato. Battle Royale di Koushun Takami era uno di questi e grazie ad un graditissimo regalo e ad un periodo di "ferie" preso durante l'estate dall'ufficio, ho potuto infilare il mio naso tra le sue pagine per emergene, soddisfatto e felice, qualche giorno dopo.
C'è poco da fare: qualcosa di così crudo e violento e allo stesso tempo critico e comprensibile non può che essere intrigante.
Partiti per una gita scolastica, la classe terza sezione B della scuola media della fittizia città di Shiroiwa della Prefettura di Kagawa viene narcotizzata e trasportata su di un'isola evacuata apposta per loro. La classe è infatti stata scelta per la 68esima occorrenza del Programma, uno strumento usato dalla Repubblica della Grande Asia Orientale a scopi militari.
Il Programma seleziona casualmente diverse classi al terzo anno delle scuole medie e costringe i propri studenti ad uccidersi l'un l'altro fino a che non viene decretato un unico vincitore, riaccolto con onore dalla Repubblica e mantenuto a vita dallo stesso regime. Proprio in questa selezione casuale è finita la classe di Shuya, Shinji, Shogo, Noriko e tanti altri ragazzi facenti parte della classe in questione, per un totale di 42 soggetti.
Ritrovatisi su un'isola deserta, vengono loro spiegate le semplici regole prima di lasciarli andare e dare il via al "gioco": ogni studente è munito di un collare con esplosivo e gps, un minimo di acqua e cibo, di una mappa e di un'arma scelta casualmente (per dare maggior equità al gioco), le zone in cui sarà possibile giocare andranno diminuendo sempre più e non è possibile recarsi in zone proibite o lasciare l'isola (pena l'esplosione del collare). Se nessuno dovesse morire per 24h allora esploderebbero tutti i collari e tutto è permesso pur di uccidere e sopravvivere.
Ovviamente, il clima che viene a crearsi è immediatamente quello di sospetto: nessuno è effettivamente sicuro che tutti gli altri compagni di classe possano decidere di non partecipare alla carneficina e di unire le forze per salvarsi in qualche modo e, proprio per questo, ogni compagno potrebbe essere un pericoloso nemico intenzionato ad uccidere.
La Repubblica ha subito reso palese, tramite il suo responsabile delegato presente sull'isola, che non si farà alcun problema ad eliminare eventuali ragazzi se questi non dovessero rispettare le regole e le minacce di morte sono effettivamente qualcosa di reale.
Il romanzo inizia proprio basandosi sulla follia che questo programma rappresenta e sull'incredulità di fronte alla decisione di uccidere i propri compagni di classe presa da alcuni, il tutto visto dagli occhi di Shuya. Poco dopo la spiegazione iniziale, che già abbasserà il numero dei ragazzi, Shuya infatti si trova assieme a Noriko, dolce compagna di classe e amore non corrisposto del suo miglior amico, e sarà costretto a scappare e nascondersi pur di evitare i primi scontri mortali.
Con quarantadue personaggi a disposizione si potrebbe pensare di avere tanto da poter plasmare attorno ad uno shock del genere, eppure Koushun Takami non sembra poi troppo interessato a questo tipo di approccio, se non per una manciata di prescelti. A parte i primi a morire e quelli che, appunto, vengono approfonditi un po' di più, molti dei 42 ragazzini giapponesi non sono altro che l'ombra di uno stereotipo catapultato in un gioco folle e senza senso.
Ovviamente, a questi si affiancano personaggi che hanno qualcosa in più da mostrare e su cui è possibile lavorare di più durante il gioco e saranno proprio questi a incuriosire maggiormente mentre discendono nella spirale della follia e della violenza. Non voglio fare altri nomi o approfondire ulteriormente per non rovinare la lettura a chi non ci si sia ancora avvicinato, ma ci saranno davvero alti e bassi tra i vari personaggi e la loro trattazione.
Quello su cui invece non si risparmia affatto è la violenza e la critica verso la società. Avremo a che fare con tradimenti, violenze, ricatti, inganni, combattimenti all'arma bianca e vera e propria guerriglia, il tutto contornato da riflessioni sulle motivazioni stesse del gioco, sulla decisione dei compagni di classe di parteciparvi e sull'intera Repubblica che organizza, permette e attende speranzosa i risultati senza, in fondo, ribellarsi in alcun modo prima che siano i propri figli a venir rapiti e sfruttati. In fondo, le probabilità che questo accada alla propria famiglia sono molto basse, quindi perché lamentarsi o rischiare la vita inimicandosi il regime?
A raccontarci di questa terribile avventura c'è uno scrittore alla sua prima ed ultima pubblicazione e questo si riflette decisamente nel suo lavoro: la voglia di raccontare diversi punti di vista e di mostrare l'avanzamento del gioco, tramite i diversi eletti alla possibile vittoria o impegnati in particolari tentativi di fuga, spesso si concretizza in capitoli brevi o veloci flashback per conoscere meglio il protagonista del capitolo. Devo dire, però, che lo stile poco raffinato dell'autore ben si sposa con la cruda realtà che vuole raccontare e la lettura è sempre scorrevole mentre stuzzica la curiosità verso un finale che sembra non voler essere totalmente negativo.
Dal romanzo è anche stata tratta una serie manga, scritta dallo stesso Koushun Takami, e un film live-action diretto da Kinji Fukasaku, entrambi pubblicati un anno dopo la pubblicazione del romanzo e tutte le incarnazioni di Battle Royale hanno avuto un successo più che discreto.
Insomma, Battle Royale è un romanzo che ha sicuramente i suoi difetti ma anche che da sfogo a quanto di peggio si possa immaginare usando degli studenti delle scuole medie come fonte di ragionamenti spesso faziosi e semplicistici. Io l'ho trovato estremamente intrigante e una buona esecuzione di un tema del genere e per me vale il tempo speso per leggerlo.
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