Tutti gli stereotipi del nerd - Pixels

Atteso sin dal primo trailer, ma che dico, sin dal corto da cui è stato ispirato, sono riuscito a vedere Pixels e da quando sono uscito dal cinema che mi sto chiedendo se mi sia piaciuto o meno. È divertente? Sì, abbastanza. Ti aspettavi di più? No, non direi. Si prendeva sul serio? Per fortuna no! Eppure mi puzza tanto di film che Italia 1 manderebbe in onda di domenica pomeriggio.

Pixels film Adam Sandler poster cover




Pixels film Adam Sandler Q*Bert
Ispirato al cortometraggio del francese Patrick Jean, visivamente interessante e suggestivo soprattutto per un'autoproduzione, Pixels ci racconta di un'invasione aliena tramite un esercito di pura energia ispirato a videogiochi registrati nel 1982 e inviati nello spazio tramite una cassetta come tentativo di contatto con forme di vita extraterresti. Vista la trama e la presenza di Adam Sandler nel cast, il miglior videogiocatore dell'82 che non ha perso un colpo con gli anni, non devo certo dirvi come si evolverà il tutto, storia d'amore compresa, e sicuramente saprete cosa aspettarvi dal film in sé. Detto chiaramente: il film è simpatico, con alti e bassi e momenti abbastanza divertenti ed abbastanza stupido da essere apprezzato senza doverci pensare troppo, ma ci sono un paio di cose che davvero mi hanno infastidito. E no, la mancanza di scene di nudo non è una pecca ma uno standard da seguire, miei giovani fruitori.

Pixels film Adam Sandler Iwatani
Cameo del vero Iwatani.
Prima di tutto, la figura del nerd: in un film che strizza l'occhio a chi gli anni '80 gli ha vissuti viene riproposto il solito personaggio stereotipato dello sfigato perdente con la passione per i videogiochi e, perché no, con una fissazione per i complotti. Sì, Sandler è uno sfigato che non ha ottenuto nulla dalla vita dalle sue passioni, un perdente su tutta la linea, ma nulla può in confronto a Ludlow Lamonsoff che incarna, in tutta la sua stazza, la figura dello sfigato cronico: grasso, ansioso, stupido, dalla sessualità ambigua, innamorato di una donna inesistente su cui fantastica e disegna nello scantinato della casa di sua nonna, con cui attualmente vive. E Eddie Plant, figo e strafottente che si rivela essere solo un cogli*ne? Questa ostinazione a bollare gli appassionati di videogiochi o tecnologia come idioti fuori dal mondo davvero dovrebbe essere superata, ma è una delle colonne portanti del film quindi bisogna portare pazienza.

Pixels film Adam Sandler Lady Lisa Dojo Quest
Lady Lisa dal gioco creato per Pixels Dojo Quest.
Altro punto dolente, la coerenza: viene inviata una capsula spaziale contenente una VHS e, guarda caso, la razza aliena ha esattamente un mangiacassette adatto a vederne i contenuti. Inoltre, nell'attacco alla terra, vengono usati giochi successivi al 1982, anno della cassetta, senza che nessuno se ne accorga. Hanno, non so, iniziato a spiarci? Allora perché non usare roba tipo un Metal Slug? o il Metal Gear? O qualche Gundam? E perché devono sempre apparire degli inglesi dalla parlata strampalata in questo genere di film?

Da aggiungere alla lista dei problemi il doppiaggio italiano. Questa volta non è colpa di Sandler, ma di chi ha trattato un film scemo da film scemo e non ha posto attenzione nel suo lavoro: intere frasi sgrammaticate, scambi di battute senza un minimo di cura e doppiate tanto per farlo, Pino Insegno a doppiare Peter Dinklage. Ma andiamo!

Inoltre vorrei fare chiarezza sulla scena in cui viene "criticato" The Last of Us: non esiste nessuna critica. Tutta la scena messa su con il piccolo Q*bert terrorizzato non è altro che un messaggio del tipo "va tutto bene, avevate ragione voi, i giochi di oggi fanno schifo" rivolto a chi giocava effettivamente negli anni '80 e che poi ha smesso. Giocatori che, però, sono stati schiaffeggiati in altri punti del film.

Pixels ha preso dal corto di Patrick Jean solo alcune scene, cercando di trasformare qualche minuto di intrattenimento in un film divertente e nostalgico per i giocatori che oggi hanno tra i trenta e quarant'anni e ha cercato di attirare il pubblico di Game of Thrones con attori come Sean Bean (che non muore anche se ci va vicino) e Peter Dinklage. Quello che ne è venuto fuori è una commedia di Adam Sandler, niente di più e niente di meno. Se siete amanti dell'attore e volete distrarvi per il tempo di un film, Pixels fa al caso vostro e sapete esattamente cosa state andando a guardare. Intanto mi rivedo il corto e magari anche la puntata di Futurama.

PS: Vi lascio il corto di Patrick Jean, che di certo non vi fa male vederlo.

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